AFI - I Hope You Suffer



La grande forza degli A Fire Inside è quella di non essersi mai fermati ad un solo genere, ma di averne sempre esplorati diversi, mescolandoli sapientemente. Ad ogni album hanno saputo scioccare i loro fan con sonorità mai identiche a quelle dei precedenti e neppure completamente diverse: sonorità evolute, potremmo dire.

Perché il loro nucleo originale – il punk e l'hardcore punk – rimane sempre. A volte manifesto, a volte celato, a volte ne rimane solo l'intelaiatura. Ma su quell'intelaiatura gli AFI hanno saputo edificare pezzi di ampio respiro con inserti screamo ed elettronici e con influenze dalle band più disparate, alternando pezzi di rock molto duro (At a Glance è solo uno tra i mille esempi che si possono portare) a pezzi dal rock più melodico (This Time Imperfect), punk martellante (Sacrifice Theory) a false ballate romantiche che poi esplodono in grida disperate (Endlessy, She Said esprime bene quest'ultimo aspetto). A questo si aggiungano esperimenti sonori e vocali che hanno molto della costruzione drammatica, sia teatrale che cinematografica (ricordo la traccia nascosta Spoken Word che segue ...But Home is Nowhere o Clandestine, l'esperimento video che gli AFI hanno realizzato ispirandosi chiaramente a Lynch). Atmosfere cupe e malinconiche sono la cifra stilistica degli AFI, con testi sempre molto complessi che raccontano dei recessi più nascosti dell'animo umano.

Il risultato qual è? Il risultato è uno stile unico e inconfondibile. Si possono trovare influenze e ispirazioni più o meno evidenti, ma gli AFI, nei loro oltre vent'anni di storia, hanno sempre saputo mantenersi originali, senza mai dire di poter appartenere ad una corrente, senza mai ripetersi. Ovvio, questo gli è sicuramente costato la perdita di alcuni fan. Gli amanti del punk più grezzo, dopo il rock duro ma complesso e d'autore di Black Sails in The Sunset e The Art of Drowning, si sono sentiti sconvolti di fronte ad un capolavoro immenso e immortale come Sing The Sorrow e forse traditi con Decemberunderground. Crash Love – non il loro migliore, ma un album originalissimo e di grande portata – ha mietuto altre vittime. Chi li ha sempre seguiti senza abbandonarli, ha capito ormai che la vicenda degli AFI è ritmata da una costante ricerca musicale, che non si ferma mai nel porto sicuro del commercio.

Questo è quel che succede – a quanto pare – anche nel primo estratto dal loro nuovo album, che arriva a quattro anni di distanza dall'ultimo. I Hope You Suffer, oltre ad essere una bella canzone che non delude le aspettative, conferma quanto avvenuto sinora nella storia degli AFI. E, inoltre, conferma che la voce del leader Davey Havok non si è mai fermata e ha sempre continuato in una spasmodica ricerca delle proprie possibilità: corde vocali messe a dura prova, talvolta, ma che rappresentano un vero e proprio strumento – Havok è uno dei pochi che usa la voce come strumento e non solo come un mezzo per dare parole alla propria canzone.


Gli AFI stanno portando avanti una campagna interessante e diversa dalle altre per promuovere il loro nuovo album ancora senza titolo. Per ora è disponibile in streming I Hope You Suffer, di cui si potrà effettuare il download dal 23 luglio.

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