ParaNorman

Anno: 2012 - Nazionalità: USA - Genere: Horror/Fantasy - Regia: Chris Butler, Sam Fell
ParaNorman è l'ennesima
conferma: i film d'animazione non sono per forza film per bambini. Un
pupazzo che salta e si muove in stop motion non è sinonimo di gioco
infantile. Tim Burton, probabilmente, ne è l'esempio più calzante.
Ma anche i film realizzati dalla Universal Pictures battono lo stesso
sentiero. Di sicuro, Burton ha fatto scuola. Ma è molto probabile
che lo stop motion sia una tecnica che, meglio di altre, rende
malleabile il genere horror, riuscendo a declinarlo in modi diversi
da quelli canonici.
Due film molto horror e
poco infantili della Universal sono Coraline e ParaNorman. Coraline
aveva raggiunto un livello di inquietudine senza pari. La Madre che
cuce bottoni al posto degli occhi dei figli perché diventino pupazzi
e guardino e pensino esattamente come lei è una delle figure horror
animate più incisive degli ultimi anni. Quella Madre spogliava lo
spettatore mettendolo di fronte non ad una paura generica: l'intento
era quello di riflettere su un comportamento umano poco razionale,
vale a dire la maternità e le sue storture. Nel bel mezzo del gioco,
una bimba molto perspicace, Coraline appunto, è in grado di vedere e
pensare cose che gli altri non vedono e non pensano e, quindi, di razionalizzare le paure. In altre parole,
è una diversa.
Come diverso è il
piccolo Norman, a dispetto del nome che può richiamare solo
l'aggettivo “normale”. Norman, sin da piccolo, può vedere e
parlare con quegli spiriti rimasti ancorati alla terra per via di
qualche situazione in sospeso. Come Coraline, anche Norman vede e
pensa cose diverse dalla massa.
Come Coraline, anche
ParaNorman gioca sullo scardinamento dei luoghi comuni. Nella
cittadina in cui vive Norman, nel 1712, si consumò il processo ad
una strega, la quale, morendo, scagliò una maledizione sulle sette
persone che la condannarono. I sei accusatori e il giudice che
sentenziò, così, sono costretti a vagare in eterno, a uscire dalle
loro tombe e a trascinarsi come gli zombie della miglior tradizione.
La strega, invece, deve essere tenuta a bada con la lettura della
Bella Addormentata, che ogni anno deve ripetersi sulla sua tomba
affinché non si risvegli e scateni l'inferno. Norman, molto
coraggiosamente, deciderà di cambiare le cose e, anziché limitarsi
a leggere favole alla strega, farà in modo di risolvere il suo conto
in sospeso con la terra. Norman, però, dovrà lottare contro i
pregiudizi dell'intera cittadina: tutti, dai suoi genitori alla
maestra, dai compagni ai vicini di casa trattano Norman come un
diverso, lo additano, lo maltrattano, lo prendono in giro, lo
isolano.
Il film punta
l'attenzione sul concetto di paura. Si ha paura non di ciò che si
conosce ma di ciò che è intangibile. Non a caso, infatti, Norman,
pur essendo un bambino, non teme i fantasmi, perché li conosce e sa
cosa sono. Gli altri, invece, hanno paura del mondo invisibile che è
intorno a loro. Se la prendono con l'unico che può aprir loro la
mente, con l'unico che sa guardare oltre la mera realtà. E questo è
lo stesso destino toccato in sorte alla strega uccisa nel 1712: un
colpo di scena a dir poco devastante – quasi straziante e
commovente – scoprire chi sia realmente la “strega”, la persona
più lontana da quell'essere col cappello, la scopa e il naso adunco
che la tradizione si ostina a tramandare.
Le streghe non erano
realmente streghe: spesso erano erboriste, ostetriche e medici ante
litteram, talvolta persone che oggi definiremmo malate di mente e
che un tempo, per ignoranza e mancanza di ricerca, venivano uccise
anziché aiutate. In altri casi, quelle definite streghe non erano
altro che persone con una sensibilità maggiore, incapaci di
adeguarsi al sentire comune: persone (soprattutto donne) capitate al
momento sbagliato nel posto sbagliato. Costrette non solo a dover
essere diverse, ma a dover subire l'etichetta della massa: e
l'etichetta addossata dagli altri, si sa, è quanto di più
conformante e spersonalizzante possa esserci. Persone beffate dal
destino due volte: prima additate e poi ridotte a nome indistinto
senza volto né personalità.
È per questo che Agata,
la persona indicata come strega, dimentica la propria personalità e il proprio nome: solo
dopo la morte, solo dopo il giudizio altrui diventa una strega,
annullando quasi del tutto se stessa.
ParaNorman fa
indubbiamente un passo indietro rispetto a Coraline. Coraline, nello
scenario animato, si configura come un film al limite con lo
sperimentale e molto horror. ParaNorman apre gli orizzonti ad un
pubblico più vasto, cercando di essere vagamente più commerciale,
ma senza tradirsi. Nel film – a differenza di Coraline –
vengono inseriti personaggi più abbordabili: la sorella cheerleader e
schiava del make-up, il quarterback palestrato e tontolone,
l'amichetto grasso e bistrattato, il bullo stupido, la maestra
zitella e acida. Ma probabilmente quest'operazione è stata anche
voluta per marcare ancora di più la differenza tra Norman e gli
altri. Tuttavia, quelli sopra indicati sono personaggi che rendono
più familiare il film e che sanno strappare il sorriso al momento
giusto. Le gag ci sono, bilanciate, però, da numerosi scenari e
scene horror non proprio concilianti: il buco nero che si apre
nel mondo di Norman e che lo catapulta nel 1712, il cimitero in mezzo
al bosco, l'albero della strega (un vago ricordo del burtoniano
Sleepy Hollow?) sono tutti elementi posti lì per stemperare i luoghi comuni da classico film d'animazione per famiglie. ParaNorman
bilancia le due tendenze, cercando di veicolare un senso per nulla
banale usando un codice misto: con la speranza che quel senso possa
arrivare davvero a tutti.
Commenti
Lo definirei "simpatico", principalmente perché mi è parso poco pretenzioso, al contrario di altre super produzioni, e nel calderone ci metto anche i film non d'animazione.
Poi l'horror, in tutte le forme, con me trova sempre strada facile, almeno per proporsi...
Ho preferito la prima parte, ma è stato gradevole anche il resto.
Rispetto a Coraline, ParaNorman è più "commerciale". Però ha dei punti molto interessanti. Ad esempio, non mi aspettavo proprio chi fosse in realtà la strega.
Perdonami, ma non riesco a non confrontare i due film. Sono molto molto simili e, in fondo, raccontano quasi la stessa storia.
La cosa che mi ha più inquietato è questa: scoprire che degli adulti abbiano ucciso (legalmente) una bambina. Se ci pensi, trovare questo aspetto in un film d'animazione è una cosa che fa rabbrividire.
Da amante dell'horror Paranorman mi è piaciuto moltissimo, soprattutto per il suo modo di giocare con le varie citazioni in modo funzionale e mai banale.
E poi la storia di Agata è a dir poco straziante e difficile da veder affrontata in un film d'animazione, quindi anche questo per me è stato un punto in più.
io l'ho preso più come una visione leggera e divertente, però è piaciuto anche a me
@Marco: ma, in effetti, è una visione leggera e parecchio divertente. Solo che rapportato al precedente Coraline, il film cambia completamente.