Agnes Grey, di Anne Brontë


Agnes Grey è il romanzo della più piccola e forse meno conosciuta delle sorelle Brontë, Anne.
Anne ha seguito lo stesso destino di Emily, si è ammalata di tubercolosi poco dopo la morte della sorella, con l'inevitabile, tragica conseguenza.
Charlotte Brontë descrive le sue care sorelle in modo appassionato e pieno di emozione. Tuttavia, per giustizia, qui ci occuperemo solo della sorella più giovane.


Anne lavorò come istitutrice, era una ragazza seria, severa, molto religiosa. Accettava tutto in modo solo apparentemente impassibile, era in grado di sopportare elevate dosi di sofferenza senza riversarla su chi le stava accanto. Era molto affezionata a suo fratello Patrick (chi delle tre sorelle non lo era?) e lo strazio della sua vita e della sua morte - pittore schiavo dell'oppio e dell'alcol - la segnò profondamente, benché lei non lo avesse mai mostrato.

Anche Anne Brontë entra nell'aura mitica, un po' 
misteriosa, senza dubbio romantica, sofferta e a tratti gotica, che avvolge Charlotte e Emily. I loro destini, tutti accomunati dalla scrittura e da una morte prematura, non possono non affascinare e lasciare un segno anche nel più indifferente dei lettori. I loro romanzi traboccano di sofferenza, ma di quella sofferenza universale e inevitabilmente condotta a catarsi, sempre grazie ad un finale lieto e speranzoso.

Ciò che più colpisce di queste tre sorelle con il pallino per la "prima persona" e spesso scambiate per uomini (i loro pseudonimi erano Currer, Ellis e Acton Bell), è proprio il contrasto tra disperazione e speranza. Una vita (quella vera) fatta di indicibili prove, contro la vita (quella dei romanzi) in cui le prove vengono superate e all'orizzonte c'è sempre la luce.

Se le Brontë ci parlano attraverso la loro vita personale, ci parlano però, soprattutto, attraverso i loro romanzi: e l'universalità delle storie e dei messaggi che tramandano è testimoniata dal fatto che, ancora oggi, siamo qui a parlare di tre sorelle che a malapena, per destino o chissà cosa, hanno scritto poco più di un romanzo per una (Charlotte fu la più prolifica).

Agnes Grey probabilmente è il meno dotato dei tre romanzi. Ma ha un indubbio fascino che, innanzitutto, scaturisce dallo stile asciutto di Anne, lineare, senza orpelli, essenziale: in questo minimalismo navigano parole perfettamente pesate, ognuna delle quali ha significati profondissimi, sempre ragionati, sempre in bilico tra terra e cielo, tra disperazione e salvezza.

Agnes fa parte di una famiglia perfetta: ha una madre e un padre pastore, che si amano moltissimo, si sono sposati contro il volere delle rispettive famiglie e hanno messo al mondo due figlie che si adorano - Agnes e Mary. Quella che descrive Anne è il prototipo di una famiglia realmente felice, come non avviene, invece, in Jane Eyre o Cime Tempestose.

Ma Agnes vuole conoscere il mondo e dimostrare a tutti che ha delle qualità. Così, per aiutare l'economia della famiglia, si allontana da casa e inizia a fare l'istitutrice.

Da qui in poi, Anne  Brontë si dispiega in un saggio appassionato e coinvolgente, tremendo e attuale, sull'educazione e l'istruzione. Chiunque abbia a che fare con scuole e studenti, può perfettamente ritrovarsi nell'esperienza di Anne/Agnes: bambini ricchi e viziati, restii a qualunque forma di educazione, con genitori colpevoli - assolutamente colpevoli - dell'ignoranza dei figli, ma pronti ad addossare la colpa di ogni manchevolezza all'istitutrice - l'istitutrice che non dà mai ragione, che sgrida sempre, che non vizia, che è sempre ferma e piena di morale.
La sconcertante lucidità di un racconto che risulta adatto a qualunque epoca colpisce dritta allo stomaco: Agnes rappresenta la fermezza di un mondo che si dissipa sempre più e contro quel mondo vacuo, mellifluo, molle, dell'agiatezza e della vanità lei si scaglia con i suoi mezzi. Si partecipa con la mente e con i sensi, all'esperienza di Agnes, che è stata anche l'esperienza di Anne.

La giovane Agnes sgomita per far valere i suoi principi e allo stesso tempo si chiude nel suo carattere poco espansivo: ma in fondo ha solo bisogno di qualcuno che la sostenga, di un amico che la capisca, perché nel mondo di Agnes sono davvero in pochi a pensarla come lei.

E arriva il signor Weston, un pastore, buono, retto, affascinante, anche lui un po' chiuso, ma in grado di scorgere il diamante grezzo fra tanti oggetti di bigiotteria, lucidati per l'occasione.

I sobbalzi sono pochi, non c'è la passione travolgente di Jane Eyre, né quell'epopea tragica, maledetta, di Cime Tempestose. Ma Agnes Grey rapisce, palpita, conduce ad un'inevitabile identificazione, sa essere estremamente rivoluzionario: quale romanzo ottocentesco ci racconta di una donna lavoratrice, che a tutti i costi vuole affermarsi sacrificando ogni cosa, che fonda una propria scuola e che decide di trovarsi un compagno solo per amore e non per economia? Volendo, in Agnes Grey ci sono tutti i presupposti per un racconto femminile e femminista, oltre che per un'analisi intramontabile dell'Educazione.

E ciò che colpisce è soprattutto il finale: il finale di Agnes Grey e quello di Anne Brontë.

Nel 1849 Anne si ammala. Esprime il desiderio di andare al mare. Il 24 maggio Charlotte e Anne raggiungono la costa. Il 28 maggio Anne si spegne serenamente.

Nelle ultime pagine di Agnes Grey, Anne descrive una passeggiata sul mare di Agnes, accompagnata dal signor Weston. Lui la conduce su una collina a strapiombo sul mare. Il temporale è passato. L'aria è fresca. Tra i due prende vita l'ultima, deliziosa conversazione del romanzo.

È proprio questo il punto. La vita di Anne svanisce dietro quella di Agnes, lasciandoci, inaspettatamente, con uno speranzoso lieto fine.

Commenti

Unknown ha detto…
respiro aria d'arte pura qui.... che bello leggere queste recensioni... mi fanno venir voglia di scrivere mille cose!!! ecco... quando ti leggo mi senti ispirata! vorrei tanto trovare più tempo per scrivere... ma questo gennaio e febbraio saranno due mesi durissimi! :/ ansia da esami in modalità ON!! ok adesso sto divagando... XD buona serata carissima.... ;)
Veronica ha detto…
Ciao Giulia! Non sai quanto mi fa piacere ciò che dici... addirittura ti senti ispirata! Grazie grazie grazie! Sei impegnata per lo studio... ma allontanarti dalla scrittura e "covare" un po' di ispirazione non potrà che farti bene. Quando tornerai a scrivere sarai una... pantera! Ne sono sicura! Ciao, buona serata anche a te.
Alchemilla ha detto…
Articolo interessante davvero!
Io sto leggendo un racconto di gioventù di Charlotte Bronte "Henry Hastings", tra poco inizio Cime Tempestose che non ho ancora letto e in libreria mi aspetta prima o poi Agnes Grey.
Veronica ha detto…
Benvenuta Alchemilla!
Io adoro le Brontë, non so se si è capito... :).
Ho letto Cime Tempestose quatto volte, non stanca mai. Charlotte ha scritto un certo numero di romanzi, purtoppo credo che abbiano tradotto in Italia solo Jane Eyre... Reperire i suoi romanzi non tradotti sarà un motivo in più per ripassare l'inglese. Grazie per il tuo commento!
Unknown ha detto…
Anch'io adoro le sfortunate sorelle Brontë e devo dire che la loro storia personale mi ha sempre affascinata. Se ricordo bene Agnes Grey aveva avuto difficoltà ad imporsi perché era stato pubblicato temporalmente vicino a un romanzo delle sorelle (non ricordo se Jane Eire o Cime Tempestose). Pensa che era anni che non pensavo ai loro romanzi: grazie per avermeli ricordati. La tua recensione è davvero molto bella.
Veronica ha detto…
Ciao Anthea, grazie mille per il tuo commento! Agnes Grey fu pubblicato nello stesso periodo di Cime Tempestose. Il romanzo di Emily ebbe più eco, ma, da quello che dice Charlotte, anche Emily lì per lì non fu affatto compresa dagli editori.
Alchemilla ha detto…
Ciao,
volevo dirti che alcuni romanzi di Charlotte Bronte si trovano anche in italiano, non in vendita, ma in biblioteca. Io ho trovato (ma non ancora letto) Shirley e Villette.

Poi ci sono anche alcuni racconti "Collegio femminile" "Da Haworth a Angria" "Il segreto e Lily Hart" "Trepida attesa" tutti in edizioni veramente "antiche".

E proprio oggi ho visto che c'è anche "Il professore" in un'edizione del 2003.

Certo che se li leggi in inglese unisci l'utile al dilettevole!

Ciao e grazie per essere diventata mia lettrice!
Veronica ha detto…
Alchemilla grazie mille per tutte le informazioni!
Ho appena preso da Amazon, gratis, l'ebook di the tenant of wildfell hall. The Professor è uno dei libri che più mi intriga! Grazie ancora per le segnalazioni, sono preziosissime :).
Maria D'Asaro ha detto…
Che brava che sei, Veronica. Hai una cura speciale per le parole. Ho bevuto d'un fiato la tua recensione. Conoscevo "Cime tempestose" e "Jane Eire", ma non questo libro.
Grazie!
Veronica ha detto…
Grazie, Maria, sei sempre gentilissima. Agnes Grey mi è piaciuto particolarmente. Sto cercando tutto ciò che esiste sulle sorelle Brontë. Grazie ancora per le tue belle parole!
Maria Lucia ha detto…
Ho appena finito di leggere Agnes Grey (trovato casualmente in biblioteca ho deciso di leggerlo per ricordare nostalgicamente i miei studi vittotriani)e ciò che mi ha colpito subito è stata la linearità del linguaggio, semplice, scorrevole, ma importante e curato allo stesso tempo... Anche le descrizioni danno un'idea perfetta dei luoghi e dei personaggi del racconto senza appesantirlo. Certo siamo abbastanza lontani dai capolavori delle sorelle (ho divorato Jane Eyre) ma è stata una piacevole lettura con un delicato e incantevole finale.
Veronica ha detto…
Ciao Maria Lucia,
benvenuta sul mio blog!
Concordo con ogni tua parola. Charlotte e Emily hanno scritto romanzi più trascinanti e forse più foschi. La piccola Anne però colpisce per la sua semplicità e per la profondità di pensieri che sa comunicare. Inoltre, mi ha colpito non poco che abbia deciso di affrontare il tema dell'insegnamento. Con le sue idee è stata davvero illuminante e appare tuttora attuale.
Buona giornata e a presto!
Rosa Mauro ha detto…
Lo confesso: ho amato molto cime tempestose da ragazza. Ho letto, invece, questo libro di Anne solo ora, in audio e in lingua originale.
È ne consiglio tale modalità : io ho trovato per iphone una versione recitata, con una attrice dalla voce chiara ed asciutta che mi ha fatto innamorare delle frasi semplici e coincise Dell' autrice.. Bè, per una volta essere non vedente è' stato un vantaggio. Come appassionata di antropologia e psicologia, ho apprezzato il rigore di Agnes e la sua compassione per le vittime di un certo mondo, specie nella figura di Rosalie. Ed alla fine, nonostante tutto, Non si puo'fare a meno di amare Agnes..e piangere per Anne!