IL FILM DI NATALE #3 - Nightmare Before Christmas
Anno: 1993 - Nazionalità: USA - Genere: Fantastico - Soggetto: Tim Burton - Regia: Henry Selick
Natale è: condivisione.
Ma siamo realmente sicuri
di riuscire a condividere qualcosa con qualcuno? La condivisione -
reale e profonda - è forse la cosa più complessa da raggiungere per
un essere umano. Qualsiasi cosa un individuo dica per esprimersi, le
parole lo tradiranno: impossibile riuscire a dare una definizione a
tutto ciò che si sente. Anche i gesti lo tradiranno, specie se gli
altri lo guardano con pregiudizio o senza sforzarsi di capire.
Siamo certi che la notte di Natale, quel bacio, quel dono, quella pietanza che
condividiamo siano realmente sentiti allo stesso modo?
In fondo, ognuno può
leggere il Natale a modo proprio: una festa cattolica, un serata da
passare giocando, una serata passata a mangiare di buon gusto, una
serata passata in solitudine, una serata passata a stupirsi delle luci, dei colori, delle emozioni.
E Jack, il fragile
scheletro di Halloween, non fa che questo: guardare il Natale,
vederlo a modo proprio, stupirsi di quel mondo, piegarlo alla propria
indole. Ma quanti possono capire un Natale così halloweeniano?
Quanti sono disposti a guardare con le orbite vuote ma profonde e
innocenti di Jack? Quanti riusciranno ad andare oltre il suo aspetto
e il suo ruolo e a vedere cosa anima quelle quattro ossa?
Jack Skellington è
fondamentalmente un artista e poiché è un artista è anche un
bambino. E poiché è un bambino che gioisce e si stupisce, non è
ingabbiato in alcuna regola. Jack non ride e non piange a comando,
ride e piange solo perché lo sente. Non è come i bambini della
città (che di creativo hanno poco): quei bambini godono nel vedere
uno scheletro solo ad Halloween, perché così è la regola, mentre
inorridiscono se lo vedono a Natale, perché a Natale il trick or treat non vale più.
Ma come può una mente
libera seguire delle regole? Jack rompe quelle regole in maniera del
tutto innocente, senza voler far del male a nessuno, spinto solo
dalla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, qualcosa che lo
animi, che copra di carne e sangue le sue ossa, che lo faccia scintillare
dal profondo del cuore che non ha. In altre parole, Jack vede il
Natale come lo ha visto un bimbo per la prima volta, non come tutti
gli avvezzi alla festa, abituati a fare doni, abituati a cucinare,
abituati ad addobbare, abituati a innervosirsi.
E allora, dove sta la
condivisione? La condivisione è solo laddove c'è un altro pronto ad
accoglierla. Jack è solo. Soltanto Sally può capirlo e accettarlo,
Sally che altro non è che un'accozzaglia di scarti, una diversa
cucita alla bell'e meglio. In fondo, Tim Burton ci dice questo: che
il Natale non è né la festa cristiana, né una tombolata, né un
albero. Natale è poter trovare qualcuno con cui realmente sentire –
il mondo lontano e un luna che rischiara un perlaceo manto nevoso.
Commenti
Ottimo, ti ringrazio per quest'ottimo scritto.