IL FILM DI NATALE #1 - Die Hard
Anno: 1988 - Nazionalità: USA - Genere: Action - Regia: John McTiernan
Natale è: famiglia.
Ci si riunisce, si fa
baldoria, si dà vita a feste, talvolta, esplosive.
Ed
esplosivo è il Natale del primo film che vi propongo: Die Hard.
Non
il terzo, il sesto o il decimo (se mai lo faranno): il primo, unico e
inimitabile, quello del 1988 con un Bruce Willis giovane e gagliardo,
fisicato e con i capelli ancora castani (anzi, ancora con tutti i capelli).
John
McClane è il classico poliziotto americano: abituato alle fatiche di
una città come New York, è maschio – e un tantino maschilista –
un po' rozzo, sicuramente un cinico divertente, con quel fascino da
Rambo metropolitano – sudore, canottiera e mitra al collo. Però,
in questo quadro da perfetto selvaggio urbano, qualcosa stona: Holly,
moglie di John, ha lasciato New York per trasferirsi a Los Angeles e
intraprendere una carriera di tutto rispetto che, di sicuro,
socialmente la pone più in alto del marito. Holly McClane è
l'opposto di John: elegante, delicata, una massa di capelli ricci
perfettamente ordinati, ha un portamento che fa invidia, donna in
carriera e mamma con tanto di tata, senza bisogno del marito - che a Los Angeles non vuol proprio venirci. La separazione lavorativa
crea tra i due l'inevitabile contrasto matrimoniale. Ma tutto
sembra cambiare quando John decide di prendere l'aereo (di cui ha
paura) e di volare fino a Los Angeles per trascorrere la vigilia di
Natale con moglie e figli.
Certo,
John sceglie il giorno sbagliato per tornare. Anzi, sceglie il giorno
migliore: perché proprio mentre sta per entrare nel traslucido
grattacielo di cristallo dove lavora la moglie, nel bel mezzo della festa di Natale dell'ufficio, un
commando di tedeschi della Germania Ovest decide di attaccare il capo
di Holly, di ucciderlo e mettere sotto scacco piani, piani e piani di
grattacielo.
Quello
che doveva essere un Natale fatto di bicchieri tintinnanti e pieni di
champagne diventa una festa in cui i fuochi d'artificio sono
sostituiti da fucili, pistole, mitra e polvere da sparo: e Santa Claus è un uomo che, da solo e a piedi nudi, si intrufola nel palazzo e cerca di
mettere a posto le cose, di riconquistare il grattacielo ma,
soprattutto, la famiglia.
Il
film tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine, complici sia le
più classiche tecniche da action movie, sia un'ironia pungente,
tutta giocata sul volto allora praticamente esordiente di un Bruce
Willis nel pieno della sua forma.
Le metafore si sprecano. Quando si
dice che il Natale è raggiungere la famiglia ad ogni costo,
qualunque sia il luogo in cui ci si trovi; quando si dice che il
Natale è anche il momento in cui scoppiano certe incomprensioni, o
il momento in cui proprio quelle incomprensioni vengono messe da
parte; e quando si dice che il Natale è fatto del caldo focolare di
un camino, del focolare famigliare... be', Die Hard, a partire dal
titolo, ci parla di questo e altro attraverso il paradosso, rendendo
reale la figura retorica ed esagerando ogni particolare fino a
trasporlo nel suo contrario. Così, quel die hard diventa voglia di
vivere ad ogni costo, il lucente cristallo dei bicchieri diventa
vetrate che esplodono, il focolare e il senso di calore dato dalle
luci natalizie diventano bombe a mano e fuochi di mitra, l'oh-oh di
Babbo Natale non presagisce l'arrivo di doni, ma il furore montante
di McClane che ha imbracciato il fucile. Tuttavia, la cosa che vale
di più è l'abbraccio finale tra John e Holly, quello che dà senso
ad ogni cosa. Die Hard è, nel vero senso del termine, un film adatto
a tutta la famiglia: quanti piani di un grattacielo siamo
disposti a salire a piedi scalzi su vetri rotti per poterci
riconciliare con chi amiamo?
Commenti
Intanto ho adorato "una famiglia perfetta" che è ora in programmazione. Per me il film di Natale può essere quello.
Ovviamente è un complimento, è sempre una boccata d'ossigeno uscire dalla banalità!!
@Vele: Grazie mille, Vele. Questa è solo la prima proposta, ne usciranno altre, per altri palati!
@DOC: Grazie mille, DOC. Hai ragione: ogni tanto bisogna alzarsi dal divano :).