Elevarsi




L’uomo deve elevarsi. Sa tirarsi fuori dalla massa pesante di marmo e terra. Da qualche parte, la forza per liberarsi dalle gabbie, fisiche e mentali, deve averla. 

Michelangelo lo sentiva, sapeva che nel blocco di marmo già esisteva la figura, la forma finale, l’anima, bella e perfetta, che si sarebbe mostrata ai suoi e ai nostri occhi. Scolpiva togliendo marmo per liberare le forme perfette bloccate nel marmo, con la stessa foga con cui si caccerebbero a mani nude le pietre crollate di un terremoto, per liberare ciò che è rimasto intrappolato sotto. Un’azione tanto violenta, che a volte riesce, altre rimane incompiuta. I prigioni, il San Matteo, in parte liberi, in parte intrappolati, eternamente condannati allo sforzo disumano di provare a liberarsi da ogni peso - e a non riuscirci. Sono così sofferenti, così tragici, così umani. Michelangelo lasciò molte cose non finite: le più drammatiche, le più violente, quelle in cui ti specchi.


Eppure - ha lasciato al mondo anche l’esempio più alto di purezza cristallina e di onestà, integrità morale, di coerenza, di accettazione delle sfide e contestualmente di lotta. 

Il David. 

Si erge, alto, altissimo, inarrivabile, colto nella più perfetta perfezione fisica e morale. Il suo corpo - non una piega, non una ruga, non un tentennamento. Solo i tendini della mano già tirati e le sopracciglia strette attorno a uno sguardo torvo e deciso, che guarda lontano, che già sa, studia, vede e vive la lotta prima di intraprenderla. Sa che ce la farà. La sua nudità è una garanzia: una nudità di cui non si può vergognare, perché quella nudità è sinonimo di purezza mentale. David è esattamente ciò che è: bellissimo, forte, integerrimo, risoluto.


Noi, invece, siamo giù, sotto il basamento, non ai suoi piedi ma sotto i suoi piedi, incapaci di arrivare a tanta perfezione, affannati come siamo a ricoprirci di parole pubbliche, urlate, prive di senso. Brulichiamo in un caos di suoni, credendo che chi parla più forte sia il più bravo; eppure non ci rendiamo conto che annaspiamo nel marmo e non capiamo di doverci liberare -  o forse, poveri come siamo, non ne abbiamo nemmeno intenzione.

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