Seimesi

Sono già passati sei mesi - e il tempo è volato. Mi vien da scrivere solo parole melensi piene di malinconia, perché ora, quando ti allatto, non stai più nel mio braccio, perché i piedini scappano via, veloci, verso una strada tutta tua, che io - giustamente - potrò solo osservare.
Però, allo stesso tempo, so che osserverò ammirata quei piedini veloci e quella strada tutta tua. Perché guardarti crescere è indescrivibile. E anche se sono già pronta a dirti che ti vedrò sempre piccola e bla bla bla, so che non vedo l’ora di sentire le tue prime parole e i primi discorsi e vedere quali saranno le tue passioni, se suonerai il pianoforte o la grancassa, se vorrai buttarti nel fango giocando a calcio o salire sulle punte di una ballerina, so che sono curiosa di vedere se discuterai la tua tesi di laurea o se ti piacerà lavorare la terra. Sarai sempre una virgoletta di quarantasei centimetri incastrata perfettamente nel mio avambraccio, ma la curiosità di vedere crescere la tua vita è tanta, forte. 
Penso troppo lontano e mi viene paura, ma poi mi obbligo a guardarti giorno per giorno, a vivere la scoperta minuto per minuto.
In modo indissolubile.

Perché io sto finalmente crescendo - e sto crescendo con te.

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