Calendario dell'Avvento #1 - L'ATTESA
Nella prima casellina del mio calendario dell’avvento c’è un ricordo. Che forse sono due o tre - un mix di ricordi che danno vita a una sensazione. So perfettamente dove ero il primo dicembre duemilasedici e dove ero il primo dicembre duemiladiciassette: in entrambi i casi ad aspettare. Aspettavo con un misto di voglia di sapere, di speranza per il futuro e con un po’ di paura, che è sempre necessaria in questi casi.
Il primo dicembre del 2016, dopo un pomeriggio fiume di colloqui con i genitori, me ne sono andata in giro a farmi segnare un paccozzo di esami diagnostici, analisi del sangue, ecografie - potevano andare bene o male. Non lo sapevo. Ma il primo dicembre, quell’anno, era una sorta di capodanno.
Il primo dicembre del 2017 ero in attesa vera e propria. Entravo nel nono mese e non avevo paura, né ansia: solo voglia di trattenere il più a lungo possibile quella pancia enorme e quei calcetti dispettosi. Ero piena di malinconia e non volevo averne. Ma l’attesa, si sa, non è mai l’evento vero e proprio: è un film, è il racconto di qualcosa ancora non avvenuto, una proiezione mentale - del tutto inutile, se poi ti getta in sentimenti poco costruttivi. Ancora oggi sento perfettamente quel misto di speranza e malinconia che ho vissuto in entrambi i primi dicembre. Qualcosa che finiva, qualcosa che iniziava e, allo stesso tempo, qualcosa che ancora non esisteva.
È incredibile come ciò che non sia avvenuto in realtà ci coinvolga e ci faccia stare bene o male più di ciò che realmente sta accadendo.
Perciò, nella prima casellina del mio avvento, non trovo solo L’ATTESA: trovo L’ATTESA assieme alla SPERANZA e, soprattutto, l’attesa delle cose belle.
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