Calendario dell'Avvento #7 - BISCOTTINI DI NATALE
Ne ho parlato varie volte qui sul blog. E non posso esimermi dal farlo ancora. Perché non c’è nulla di più iconico e familiare dei biscottini di Natale della mia città.
Fanno più "casa" del pane .
Fanno più "fuoco" del caminetto.
Sono l’emblema della famiglia.
Nessuno può tirarsi indietro di fronte ai biscottini: sia nel mangiarli che nel prepararli.
La ricetta è antichissima, così antica che si perde nella notte dei tempi e in realtà nessuno possiede quella originale. Tutti sanno che vanno mescolati indistintamente e con quantità che seguono solo il gusto personale un po’ di cioccolato, un po’ di mandorle, di nocciole, di canditi, di cannella, di burro, di uova, di lievito. C’è chi li fa carichi di cioccolato - e a ogni morso sembra di mangiare un cioccolatino vero e proprio - e chi abbonda con la farina, rendendo i biscotti duri come selci. Sono indubbiamente tutti diversi, ma una cosa è certa: le dosi sono dettate solo ed esclusivamente dalla tradizione di ogni singola famiglia. Dal suo gusto. Dal suo modo di porsi nel mondo e nei confronti degli altri. Quando a Natale ci si scambiano bustine e bustone di biscottini non si stanno regalando dei semplici biscotti: si sta donando a qualcuno il sapore inconfondibile di quella precisa famiglia. E, infatti, quasi nessuno compra quelli prodotti dalle pasticcerie (che pure sono tante): semplicemente perché i biscotti delle pasticcerie non hanno sapore o, meglio, sanno "solo" di cioccolata, nocciola, mandorla, farina e cannella: non hanno quel sapore in più di anima familiare che rende unici quei biscotti in cui, in fondo, tutti noi andiamo a ricercare l’odore inconfondibile e personalissimo della propria infanzia e quel tepore materno che è ciò a cui tendiamo tutta la vita.
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