The Politician's Husband
Anno: 2013 - Nazionalità: UK - Genere: Political drama - Stagioni: 1 (3 episodi) - Regia: Simon Cellan Jones - Autore: Paula Milne
Lo dice già il titolo:
The Politician's Husband rovescia qualsiasi termine noto e ci porta
su strade molto pericolose. Toglietevi dalla testa il David Tennant
shakesperiano, il David Tennant poliziotto introverso e criptico o il
decimo e scalmanato Doctor Who in completo vintage e Converse.
Qui troviamo un David
Tennant biondo, ben pettinato, impeccabile, bastardo e allo stesso
tempo sfuggente. Perché è la politica, bellezza.
Aiden Hoynes (David
Tennant) e Freya Gardner (Emily Watson) sono la coppia d'oro della
politica britannica. Lui ministro, lei relegata sempre a incarichi di
governo minori, ma vero e proprio pilastro delle scelte, dei discorsi
e della politica del marito. Tra i due c'è un amore apparentemente
indistruttibile. Fedelissimi l'uno all'altra, hanno una bella casetta
con un ampio giardino e due bambini, Ruby, la piccola e la cocca di
papà, e Noah, il più grande, affetto da sindrome di Asperger, più
attaccato alla madre che al padre.
Aiden decide di
dimettersi dalla sua carica con un discorso – sempre apparentemente
– molto coerente: non si trova d'accordo con le scelte
sull'immigrazione del primo ministro e, per questo, non può più
giurare lealtà al suo governo. In realtà, Aiden, dimettendosi,
avrebbe dovuto sancire la sua candidatura a capo del governo,
istigando il primo ministro a dimettersi a sua volta. Ma le cose
vanno male: e il più caro amico di Aiden, nonché suo collega di
partito, lo tradisce e lo mette in cattiva luce. In breve, Aiden da
aspirante capo del governo si ritrova a fare la casalinga. E il
partito fa il gioco più assurdo e furbo che potesse fare: conferisce
a Freya la carica di ministro.
I ruoli, così, si
invertono. Freya, costretta a stare per anni nell'ombra, finalmente
diventa protagonista e il potere le dà alla testa. Così
come Aiden, che va fuori di testa proprio per la mancanza di potere,
sia politico che coniugale: da ministro a uomo che porta a scuola i
figli, impotente sul profilo istituzionale e impotente con il figlio
Noah, col quale non riesce mai a instaurare un rapporto a causa
dell'Asperger.
Quel che scatena l'azione
della serie è che Aiden tramerà nell'ombra – e tra le mura di
casa sua – per riprendere il posto che gli spetta e, forse, per
cercare di riportare nei ranghi la moglie.
Allo stesso tempo, Freya
non fa una figura migliore: in giro a far politica anche a notte fonda, si ritrova a
sbugiardare il marito in mondovisione e a non sostenerlo più
politicamente solo perché le fa comodo.
Anche l'amore tra i due
viene messo in discussione, ma non perché sorgano tradimenti o
scandali (il geniale della serie è proprio il fatto che non si
insista affatto su argomenti così navigati in politica):
semplicemente, Aiden sente crollare la stabilità familiare nel
momento in cui i ruoli di moglie e marito si invertono.
Tre puntate fitte fitte,
in cui ci viene chiaramente detto cosa è la politica: non
l'interesse verso i problemi del paese, ma giochi di potere. Qualcuno
lo dice: “Se avessimo posto nella disoccupazione giovanile lo
stesso impegno che abbiamo messo per accaparrarci il potere, a
quest'ora la disoccupazione giovanile sarebbe un problema risolto”.
E la solita giustificazione: “Occorre fare certi giochetti perché
al governo vadano solo i migliori, quelli in grado di risolvere
davvero i problemi del paese” - ma, quando Aiden lo dice, non sembra
essere molto convinto.
La serie è decisamente
ben fatta: la scelta di gestire la prima stagione con sole tre
puntate è intelligente, perché non rischia di annoiare lo spettatore
con strategie politiche che, con una serialità molto più lunga,
avrebbero potuto rimanere incomprensibili o ripetitive; la produzione
ha preferito smarcarsi da qualsiasi luogo comune sulla politica,
specialmente tutto ciò che riguarda scandali di escort (come sembra
andare molto di moda ora, ad esempio, in The Good Wife, o come
avveniva nel film al cui titolo la serie fa il verso, The
Politician's Wife).
La terza scelta davvero geniale è quella di
analizzare la politica anche tra le mura domestiche. Ad esempio, in
ogni puntata, si assiste al quotidiano lavaggio dei denti di Aiden e
Freya, che sfregano lo spazzolino insieme davanti allo specchio
mentre parlano della giornata che li aspetta; altrettanto importante
risultano i rapporti sessuali tra i due, su cui si insiste molto: e
si insiste perché, ogni sera, Aiden e Freya hanno rapporti
sessuali sempre diversi che diventano metafore del loro stato d'animo
attuale e, soprattutto, della loro posizione politica.
Questo difficile rapporto
si riversa sullo spettatore che non sa mai per chi parteggiare o con
chi identificarsi: ci si identifica con il protagonista, con Aiden,
ma poi si prova repulsione per le sue azioni; poi, ci si identifica con
Freya: la si ammira per essere madre e donna in carriera o la si
deplora per aver tolto appoggio al marito, sia nel lavoro che nella
vita privata? Probabilmente, l'autrice non punta ad
un'identificazione univoca, anche perché la politica è diversa
dall'ideologia, da un sentimento di appartenenza o dalla voglia di
cambiare il mondo: la politica è solo gioco di palazzo, che tira
fuori i lati migliori e peggiori di ognuno, tanto da mettere uno
contro l'altro due amici fraterni o moglie e marito.
Infine, inserire il
difficile rapporto tra Aiden e Noah alleggerisce la trama politica e,
allo stesso tempo, rende più problematica la storia personale
dell'uomo: Aiden appare freddo e calcolatore (una scena su tutte:
quando con un ago buca il diaframma della moglie...), ma di fronte a
Noah e solo di fronte a Noah si trova in estrema difficoltà.
Vorrebbe accarezzarlo ma non può; vorrebbe parlargli, farlo giocare
a calcio in giardino e, invece, è costretto ogni giorno a misurarsi
con le fissazioni del figlio, fino a salvargli la vita in una scena
che, per un certo svelamento del carattere di Aiden, è un climax
ben riuscito. Eppure, forse, Noah – tanto sincero e schietto quanto
è falso Aiden – è l'unico a comprendere davvero il padre, l'unico
capace, sul finale, di un tenero gesto nei suoi confronti.
In più, da segnalare: gran bella fotografia e stile di regia molto serrato e che impedisce di distrarsi.
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