Agents of S.H.I.E.L.D. - Roma Fiction Fest
Anno: 2013 - Nazionalità: USA - Genere: Sci-fi/Fantasy - Stagioni: Una (in corso) - Episodi: 13 - Ideatore: Joss Whedon
Al Roma Fiction Fest va
in scena l'anteprima del pilot di Agents of S.H.I.E.L.D., l'attesa
serie tv targata Marvel. Dietro la macchina da presa c'è Joss
Whedon, già regista di The Avengers. E, infatti, la storia della
serie tv prende le mosse proprio dall'attacco di New York. Maria
Hill recluta agenti davvero speciali per conto del redivivo agente
Coulson.
In The Avengers, avevamo
visto Phil Coulson morire con un mazzo di figurine nel taschino della
giacca. E, invece, ecco la
sorpresa: era stato tutto un tranello di Nick Fury, che aveva
ingannato i capricciosi e tormentati supereroi proprio per motivarli
a lavorare in squadra e a salvare il mondo.
Eppure, già nei primi
minuti dell'episodio, viene instillato il dubbio: Coulson è convinto
di essere stato in coma e di essersi riabilitato a Tahiti. Ma, come
dice Maria Hill, questa non è la verità.
Verità che ovviamente
non viene svelata, perché la storia comincia a svilupparsi seguendo
direttrici molteplici e complesse, animate da continui colpi di
scena. I personaggi presentati sono pochi, ma si cerca di renderli
tutti subito incisivi. Coulson - che qui troviamo inaspettatamente
col pugno di ferro, con la situazione sempre in mano e con una
propensione al comando che nei precedenti film Marvel non gli
avevamo mai visto - sta formando una squadra che ha il compito di
scovare e reclutare supereroi non registrati; inoltre, deve arginare un gruppo di hacker che ha violato il sistema dello S.H.I.E.L.D. e che vuole a tutti i costi
conoscere le verità nascoste del governo.
Accanto a Coulson, Maria
Hill. Sotto di loro, agenti che non hanno nulla di soprannaturale,
non sono super soldati, né mostri alle prese con l'autocontrollo, né
miliardari di ferro, divinità, uomini ragno o mutanti. Sono persone
normali, ma con abilità speciali. C'è l'agente Melinda May, che non
vuole più tornare sul campo e che si è rifugiata tra le scartoffie
della burocrazia: ma è micidiale nel corpo a corpo. C'è l'agente Ward,
con una gran mira e una dote spiccata per disinnescare bombe. Ci sono
Fitz-Simmons, cioè Leo Fitz e Jemma Simmons, due scienziati
particolarmente geniali, ma imbranati sotto ogni altro aspetto. E poi
c'è Skye, che viene reclutata durante la prima puntata, esperta di
informatica e inguaribile dietrologa. Ah, e ovviamente c'è Lola:
l'auto d'epoca di Coulson che, all'occorrenza, può volare. Sono agenti tutti speciali, sì, eppure tutti incompleti dal punto di vista
relazionale: e la cosa si presta ad approfondimenti psicologici in
cui spesso e con successo la Marvel si è cimentata.
La puntata pilota di
Agents of S.H.I.E.L.D. convince parecchio, sia perché la
sceneggiatura non presenta grosse sbavature, sia perché la storia è
compatta, risultando credibile e trovando un suo posto all'interno
dell'universo Marvel. Whedon si muove velocemente, in maniera
incalzante, riuscendo, nonostante l'accelerazione del montaggio e dei
dialoghi, a presentare con chiarezza una storia complessa: oltre ai
colpi di scena, molte sequenze ci vengono mostrate per poi essere poco
dopo smentite o mostrate sotto altri punti di vista. In questo modo,
mai nulla è certo, nulla è ciò che sembra, ogni personaggio può
avere un rovescio inaspettato e un segreto da nascondere. Certamente, è interessante il nemico che gli autori hanno posto di fronte ai
nostri agenti. All'interno di un laboratorio si sta cercando di
sviluppare il “solito” super soldato: che, però, è il risultato
di un mix dei supereori Marvel che già conosciamo. Centipede – questo il nome del progetto - usa uomini normali come cavie e poi li abbandona al loro
destino: esplodono come bombe se non sanno contenere la rabbia.
Le possibilità di
sviluppare una serie coesa e tesa ci sono tutte, date le premesse. La
scommessa è interessante, perché si propone di abbandonare i
classici, plateali, megalomani e un po' spacconi supereroi che, di
solito, tra le pagine dei fumetti, dominano e mangiano la scena. La
scommessa è quella di concentrarsi su personaggi normali che hanno
sviluppato abilità studiando e allenandosi, abilità che qualunque
spettatore potrebbe sviluppare. E questo permette di rendere la serie
familiare e quotidiana: probabilmente, non solo alla portata dei fan
Marvel.
Commenti