Shingeki no Kyojin (L'attacco dei giganti)
Titolo originale: Shingeki no Kyojin (lett. I giganti dell'avanzata) - Anno: 2013 - Nazionalità: Giappone - Genere: Fantasy/Catastrofico/Strategico - Episodi: 25 - Stagioni: Una (in corso) - Tratto dal manga di: Hajime Isayama - Regia: Tetsuro Araki
In un universo parallelo,
il mondo è dominato da feroci giganti asessuati che divorano gli
uomini.
L'umanità, per
scongiurare l'estinzione, ha costruito altissime mura e ha diviso
quella poca terra ancora dominata in tre zone concentriche. La più
interna è quella abitata dal governo e dai potenti. Le mura esterne
sono quelle più esposte ai giganti. Tuttavia, le mura hanno
un'altezza che nessun gigante conosciuto ha mai raggiunto.
Fino a che, un giorno, un
fulmine non squarcia il cielo. E compare un gigante che supera di
gran lunga l'altezza delle mura. Il gigante crea un varco; un altro
gigante, corazzato, finisce il lavoro e apre la strada a tutti gli
altri. I giganti iniziano a banchettare.
In mezzo alla gente, al caos e al sangue, c'è
un bambino, Eren, accompagnato dalla sua inseparabile amica/sorella
Mikasa e dal gracile amico Armin. Eren odia i giganti. Il suo
sogno è quello di entrare, un giorno, nel Corpo di Ricerca, una
parte dell'esercito che, sulla divisa, porta cucito uno stemma a
forma di ali: è l'unico comparto che può uscire dalle mura ed
esplorare il mondo. Il Corpo di Ricerca è l'avanguardia delle forze
armate: cerca di eliminare più giganti possibili, ma al rientro
dalle missioni risulta sempre tragicamente decimato.
Il sogno di Eren –
quello di entrare a far parte del Corpo, vedere il mondo e il mare – diventa una ragione di
vita e una promessa di vendetta il giorno in cui i due giganti abbattono le mura e fanno strage. Eren giura ancora una volta
di eliminare tutti i colossi proprio nel momento in cui, inerme, vede
uno di loro divorare sua madre.
Passano gli anni, Eren,
Mikasa e Armin entrano nell'esercito e vengono duramente addestrati.
E, proprio quando sembrano pronti, succede ancora: una nuova breccia,
inespressivi giganti che divorano uomini, lo sterminio della popolazione. È giunto il momento per Eren, diventato uomo, di
vendicarsi, di mantenere la sua promessa, di dimostrare l'eroismo che
ogni spettatore si aspetta.
Eppure, alla puntata
cinque, tutto si spezza. Tutti i topoi di anime e manga, tutto il già
visto e l'atteso, decenni di cultura animata nipponica e non
e di serie tv e di film vengono spazzati via in un colpo.
Altro che colpo. È il
colpo di scena dei colpi di scena. Il totalmente inaspettato. E
anche, finalmente, qualcosa di nuovo. La sceneggiatura inizia a
regalarci di tutto, privandoci di ogni appiglio. Un
tradimento/inganno allo spettatore di tale caratura si vede molto
poco, soprattutto in televisione.
È questo uno dei motivi
principali per cui L'attacco dei Giganti è l'anime del momento. Nato
da un fumetto piuttosto acerbo nello stile, ma in crescita costante –
un po' come è avvenuto per Kuroko no Basket, incisivo, veloce e
tagliente nella storia, ma grezzo nel disegno e comunque in
maturazione – Shingeki no Kyojin ha il sapore di qualcosa dal forte
impatto, che difficilmente si può dimenticare.
A questo si aggiunga che
anche il genere proposto è un genere sfuggente. Anzi, questa storia,
forse, non ha neppure un genere. Fantasy? Catastrofico? Zombie movie
in versione gigantesca? Politica, spionaggio, terrorismo? Tutto e niente. Perché L'Attacco dei Giganti
non è neppure una di quelle storie con il supereroe dai poteri
magici, forte ma in crescita. No. È una storia di ragazzini deboli
che vogliono solo vivere. È la storia di quanto siamo piccoli fuori,
ma giganti dentro. È la storia di quanto l'uomo, pur nella sua
fragilità, sia in grado di fare grandi cose. I membri dell'esercito
possono fare qualcosa di grandioso: volare. Per
muoversi “liberamente” tra i giganti e attaccarli nel loro punto
debole (la base del collo), i membri dell'esercito dispongono di un
sistema di manovra multidirezionale, che permette loro di agganciarsi
a mura e alberi e di essere spinti in aria da un forte getto di
pressione. Ed è davvero liberatorio e spietato ad un tempo vedere
tutti questi esseri simili a insetti poter volare e poter comunque
gustare il piacere del volo l'istante prima di finire, all'improvviso, nella bocca di un gigante – tra l'altro, il
momento del volo è uno di quelli che, a livello di tecnica
d'animazione, regala più brividi.
Shingeki no Kyojin stupisce a ogni puntata. Soprattutto perché gli episodi non hanno
uno schema fisso e, anzi, propongono strutture sempre diverse,
riuscendo a spiazzare completamente la visione. Si possono fare mille
ipotesi su quello che avverrà: nessuna di quelle sarà mai
azzeccata.
L'altro elemento di forza della serie è il protagonista, Eren Jaeger. Il suo personaggio è praticamente unico nel suo genere per motivi che non vanno qui elencati o si perderebbe tutto il colpo di scena. Al di là di questo, comunque, Eren è un personaggio dalla forza estrema, sicuro, fermo, ma anche animato da una violenza repressa eclatante, in grado di esaltare lo spettatore e di farlo smaniare col sangue che ribolle nelle vene.
La storia ha delle
potenzialità enormi che, si spera, verranno ulteriormente sviluppate
senza decadere, dato che di carne al fuoco per fare faville ce ne è
davvero moltissima. L'unica speranza è che non si indugi troppo, ma
si vada, in futuro – per la seconda stagione – direttamente al
sodo, senza allungare esageratamente il tutto e continuando sulla strada
dello spiazzamento.
L'attacco
dei giganti si pone sulla scia di molte altre produzioni di questo
periodo, cinematografiche e non. Ci si trova, ancora una volta, di
fronte ad una storia terribilmente catastrofica, in cui l'umanità
rimasta deve compattarsi per il bene comune ma in cui, per certi
versi, vige la legge della giungla e i malvagi cercano di
soverchiare i retti e gli onesti.
Potremmo citare la
minaccia costante in The Walking Dead. Con la differenza che il
fumetto di The Walking Dead regala davvero ad ogni pagina un colpo di
scena devastante, mentre la serie tv è molto più edulcorata.
L'attacco dei giganti, seppur meno cruento a livello televisivo, sa
essere, anche per il grande pubblico, una produzione in grado di
sconvolgere. E non è affatto facile assorbire su larga scala una
serie che sfugge a ogni definizione e aspettativa. Ma, in fondo, è
questa la cosa davvero divertente e forse nuova per una produzione
animata tanto seguita.
Commenti
Io non posso resistere se dici così... tra l'altro (giustamente) eviti di spoilerare, così anche se non conosco la storia sono già incuriosita...