The Avengers - I Vendicatori
Anno: 2012 - Nazionalità: USA - Genere: Azione - Regia: Joss Whedon
The Avengers. I
Vendicatori. Sono sbarcati in Italia, prima ancora che in America.
Sono arrivati il 25 aprile, il giorno della (nostra) Liberazione.
I Vendicatori è un film
per nerd incalliti: ma pur sempre di liberazione si tratta. Effetti
speciali e scene al cardiopalma restituiscono allo spettatore più di
due ore di divertimento e adrenalina. Per il nerd incallito e per
l'appassionato dei fumetti Marvel, The Avengers regala anche qualche
riflessione in più.
Non è un caso che alcuni
dei supereroi Marvel vengano inseriti nella stessa squadra e messi a
confronto: Iron Man, Captain America, Hulk, Thor comandati dal
direttore dello S.H.I.E.L.D Nick Fury, affiancato da due assassini
infallibili, la Vedova Nera e Occhio di Falco.
Proprio dal confronto tra
eroi si può capire bene quale sia il concetto stesso di supereroe,
quale sia il modo in cui la società li percepisce e il cinema li
racconta.
Loki, fratello adottivo
di Thor, per motivi di gelosia, ha intenzione di radere al suolo il
pianeta Terra e diventarne il dio indiscusso. Loki ha una sua teoria
personale: gli uomini si riempono la bocca della parola "libertà",
ma non la sanno tradurre nella pratica. Lottano per poi essere
sottomessi da nuovi poteri peggiori dei precedenti. Lottano, ma non
fanno altro che essere governati. Gli uomini sono nati per essere
governati. Tanto vale - dice Loki - che gli uomini vengano governati
senza che lottino per una libertà inesistente. Loki dona la "pace"
ai suoi sudditi: vale a dire gli toglie la smania di libertà.
Smania. Parola esatta per
definire i supereroi di questo film, assieme a dolore, eccentricità,
stranezza, rabbia, ingovernabilità. Bruce Banner è un ricercatore intelligentissimo;
esposto ai raggi gamma, diviene Hulk nei momenti in cui non sa
controllare la rabbia. Thor è un dio. Tony Stark è un uomo
ricchissimo con un ego smisurato, che veste il suo corpo di
un'armatura infallibile, impersonando Iron Man. Steve Rogers ha fatto
da cavia ad un progetto del governo americano durante la seconda
guerra mondiale, è diventato un supersoldato, ma, ibernato, ha
dormito per settant'anni, perdendo il suo mondo e i suoi affetti.
Hulk, Iron Man, Thor e Cap se ne vanno in giro vestiti (o svestiti,
nel caso di Hulk) in maniera strampalata, luccicante, eccentrica.
Sono immagini. Sono simboli.
Thor e Iron Man sono due
facce della stessa medaglia: l'uno dio, l'altro Uomo con la u
maiuscola, sempre al centro dell'attenzione, eccentrico e folle come
pochi altri. Iron Man è una sorta di dio in terra. Hulk e Captain America sono
altre due facce di una stessa medaglia: uno "un nervo scoperto",
senza armatura, senza divisa, si muove e spacca tutto senza seguire
le leggi del mondo e della decenza, ma solo quelle di un istinto
ferito. Cap è un uomo fortissimo, ma investito di una responsabilità
illimitata: veste con la bandiera degli Stati Uniti, è il simbolo
dell'America in guerra, deve essere sempre pronto, razionale,
stratega, anche quando non può. È interessante come il film mostri
Hulk e Cap nelle prime scene in cui compaiono: Bruce Banner/Hulk è
in India e cerca di aiutare la gente povera curandola; Cap sbatte i
pugni furiosamente contro un sacco da box e tira ganci così forti
che spacca tutto. In queste scene, per un attimo, Hulk e Cap
invertono i loro ruoli: l'irrazionalità diventa razionalità e
viceversa.
I Vendicatori ci vengono
presentati così: "squilibrati ed emarginati" - come li
definisce lo stesso Nick Fury - litigiosi, egocentrici, egoisti,
eccentrici, smaniosi di mostrarsi al mondo, ma anche dilaniati da
intimi dolori inesplicabili, votati ad una solitudine ingiusta. Il film ce li mostra continuamente in un
delicato e precario equilibrio tra Es, Ego, Superego e divinità. Nel
verso giusto e nel suo contrario. Thor è un dio, sarebbe “oltre”,
ma sanguina e ha un amore terreno. Hulk è l'Es nella sua forma più
estrema, istinto e voglia di libertà oltre ogni limite. Iron Man è
l'Ego, un ego così sviluppato che non ascolta nessun'altra voce: sa
solo modellare gli istinti a proprio piacimento. Cap è il Superego,
una persona che, prima ancora di essere, è ciò che il governo gli
chiede di essere, fino al sacrificio più intimo. Cap è il terreno
su cui si battono voleri a lui estranei, ma che lo responsabilizzano
fino all'inverosimile.
Da questo punto di vista,
è esemplare la scena in cui tutti i Vendicatori litigano tra di
loro. Proprio in quella sequenza vengono messe in evidenza quelle
tensioni tra Ego, Es e Superego che può vivere una mente con
responsabilità pesanti, così pesanti da dover rinunciare a tutto.
Si comprende, così, chi
sono i supereroi e cosa rappresentano: sono, in primis, persone speciali con
poteri che non hanno richiesto; il governo li vuole, ma alle sue condizioni, pronto ad
incolparli qualora qualcosa vada storto. I cittadini li amano, ne
esaltano subito le immagini, e da loro s'aspettano sempre il meglio.
Ma i supereroi sono
persone con aspettative comuni e responsabilità oltre la loro
portata. Sono persone alle prese con i normali sentimenti di ogni
giorno, solo più amplificati e più difficili da gestire. Le loro
superiorità fisiche o mentali li costringono a fare qualcosa per il
mondo. Vorrebbero vivere e amare, ma non possono: e una volta nella
mischia si rimboccano le maniche. Rispetto alle persone “normali”, i supereroi hanno più volontà di partecipare
e più spinta al sacrificio. Qualcosa che tutti potremmo avere, se solo
volessimo. Ma di cui non ci prendiamo carico.
Il supereroe non ha nulla
di diverso dagli altri: Steve Rogers un tempo era uno scricciolo
che prendeva botte da chiunque; Tony Stark è un uomo con un magnete nel petto
che gli permette di sopravvivere; Hulk è pur sempre un uomo alle
prese con le sue emozioni; e Thor è dovuto cadere dal cielo per
capire che solo in qualità di umani schiacciati si può sentire la
spinta ad agire.
È un po' come il cerchio
greco: dentro l'uomo, sopra gli dei, sotto le belve. Quando l'uomo
usciva fuori dal cerchio era uno hybristes, troppo vicino a dio o
troppo vicino alla belva. Ma i miti ci tramandano solo storie di eroi
macchiati di hybris, di uomini giusti che hanno oltrepassato i loro
limiti.
I vendicatori sono uomini che escono fuori dal cerchio,
che, per sopravvivere o proteggere, si avvicinano troppo a dio o alle
belve. Formano una squadra di folli mascherati in grado, però, di
essere compatti al momento giusto: quello giusto per liberare
l'umanità. In fondo, i Vendicatori rappresentano molteplici aspetti dell'essere umano: rabbia, ego, voglia di riscatto, voglia di sentirsi divinità, emozioni forti. Come fanno a gestire tutto questo? Trasfigurando: incanalando tutto ciò che sono in qualcosa di costruttivo, creativo, scientifico e utile. I vendicatori sono solo una metafora dell'umanità.
Il film può essere senza
pretese e momento di puro godimento. Ma inevitabilmente finisce per
riflettere: narra bene il montare delle emozioni, la presa di
coscienza, i caratteri dei protagonisti. Tra gli occhioni dolci e
sofferenti di Cap, le battute sarcastiche di Stark, la fisicità di
Thor e l'espressione furiosamente libera di Hulk, gli attori si sanno
destreggiare molto bene (Murk Ruffalo particolarmente indicato per
interpretare Hulk al posto di Edward Norton) e donano immagini di eroi molto verosimili.
Inutile sparare a zero su
film di genere e di questo genere. Sanno come costruire opere senza
sbavature di sceneggiatura, fanno sognare per un attimo gli
spettatori, sanno raccontare anche ciò che non è direttamente
visibile: e ringraziamo la Marvel se ha saputo creare un universo fantasioso e perfettamente credibile.
Commenti
Non ho parlato delle figure femminili per due motivi. In primis perché volevo concentrarmi sui quattro eroi presi ad esame nel film e nei film precedenti. In secundis, perché le figure femminili sono praticamente assenti. C'è solo la Vedova Nera che, tuttavia, rispetto al fumetto, è stata un po' appiattita, credo per evidenti esigenze di tempo. Nel film Natasha Romanoff ha una parte importante, ma rimane un personaggio spietato e ambiguo, che non prova emozioni o finge di provarle. Avrei potuto usarla come contraltare ai quattro eroi protagonisti, ma non c'era più spazio. Ci sarebbe da dire molto molto di più su i Vendicatori, magari dedicherò loro anche altri post :).
Io sono una cultrice della mitologia nordica e sicuramente non mi perderò questa pellicola data la presenza (superba!) di Thor.
Ciao e felice w.e.
Debby