La Furia dei Titani
Titolo originale: Wrath of the Titans - Genere: Azione - Nazionalità: USA - Anno: 2012 - Regia: Jonathan Liebesman
La Furia dei Titani -
Wrath of the Titans - è il nuovo film mitologico, rigorosamente in
3D, che ha per tema l'antica Grecia e i suoi meravigliosi miti.
Stavolta, però, è d'obbligo dire che il 3D ha avuto un suo perché:
il film non è stato semplicemente riconvertito in postproduzione ma
direttamente girato in 3D e questo non ha fatto che giovare
all'economia dell'intero lungometraggio, il quale, più che un film
vero e proprio, è un videogioco.
Storia pressoché
accennata, veloce, per nulla approfondita. Sceneggiatura scritta
quasi en passant: dialoghi ridotti all'osso, talvolta quasi privi di
logica nell'economia del racconto (?); stilemi introdotti per
semplice dovere di presenza (Perseo che bacia la regina,
all'improvviso, senza che vi sia stato nulla di antecedente che
facesse pensare ad un simile sentimento).
Neppure il titolo è
pienamente centrato: La furia dei Titani. Il plurale non è
azzeccato, dato che, semmai, c'è la furia di un solo Titano, vale a
dire Crono, la cui presenza nel film si riduce a pochi minuti di
caos.
Ma. C'è un ma. La Furia
dei Titani è uno dei film con le migliori scene
spettacolari-catastrofiche-d'azione che si siano potute vedere negli
ultimi anni. Scene letteralmente da brivido. Pura esperienza. Aver
girato il film in 3D ha fatto sicuramente la differenza: stavolta gli
elementi che dovevano uscire dallo schermo sono usciti davvero, le
scene in cui si è risucchiati oltre la quarta parete sono veramente
imbuti, tunnel fantasmagorici da cui ci si lascia volentieri rapire.
C'è la continua
presenza, in tutto e per tutto, nella fotografia, nell'ideazione di
alcuni mostri, nelle scenografie, di un videogioco in particolare:
God of War. Inutile dire che la violenza e l'ira cieche di Kratos
hanno fatto scuola, sia per la cura con cui ormai si rispolvera la
mitologia greca, sia per l'iconografia che è venuta a crearsi.
Le nuove tecnologie
cinematografiche finalmente permettono di dare un'immagine fedele ai
racconti orali della mitologia greca. L'oralità di quelle ataviche
storie puntava su una cosa in particolare: l'immagine, appunto. Gli epiteti,
le figure retoriche, le formule, oltre a essere espedienti per
fermare nella memoria racconti, versi e dinamiche erano anche un modo
per fissare immagini eclatanti nella testa degli
ascoltatori.
La mitologia greca e i
racconti omerici traboccano di storie violentissime, al limite del
paradossale, cariche di sangue, di battaglie, di caos, di poteri strabilianti. Il cinema a
lungo ha cercato di esser fedele a queste storie, ma i peplum girati in passato non si sono rivelati all'altezza. Oggi, grazie agli effetti speciali, ad
una macchina da presa mirabolante, alla tecnologia digitale, ai
filtri, abbiamo la possibilità di dare immagine a ciò che per
millenni è stato voce, di restituire i colori vivi al vasellame
greco. In questo la pittura antica, compresa quella romana, ha avuto
di sicuro un ruolo importantissimo - gli affreschi romani non erano
così come li vediamo noi oggi. I pittori romani utilizzavano cere e resine per rendere la superficie degli affreschi traslucida e quasi
riflettente (pittura a encausto): e proprio un mondo di colori traslucidi e vivi è quello che il cinema di oggi ci propone.
La Furia dei Titani va
visto solo per l'esperienza alternativa che propone. Non c'è bisogno
di aspettare lunghi dialoghi, strategie o altri sermoni
imposti dalla sceneggiatura. No. Ci si inebria continuamente, si vola
tra assi di legno, ci si perde nel labirinto del Tartaro (una delle
scene più veloci e complesse, la migliore), si brucia letteralmente
nel fuoco, si lotta con mostri a sei braccia o con ciclopi
giganteschi.
Di sicuro i videogiochi alla God of War hanno una storia molto più sviluppata di
questo film.
Tuttavia, c'è da dire che La Furia dei Titani indaga
continuamente e in modo palese l'aspetto psicologico più navigato
della mitologia greca: quella del padre che uccide il figlio, del
figlio che si ribella al padre. In questo, La Furia dei Titani lascia quasi sbalorditi, riuscendo a trovare il modo, nei pochi dialoghi che ci
sono, di far emergere un lato sì importante dell'interpretazione del
mito. Zeus ha intrappolato suo padre Crono, Crono cerca di
risvegliarsi prosciugando la vita e il potere del figlio, Ares è
geloso del fratello Perseo perché è il preferito da Zeus: per
questo il dio della guerra tradisce suo padre. Perseo e Agenore sono due
semidei - in altre parole, sono figli illegittimi, di quelli che non si tengono in casa - e raccolgono
l'eredità di padri mai avuti. Elios è l'unico che sembra avere un
padre che possa insegnargli qualcosa di positivo: e il film finisce
sul bambino, figlio di Perseo, che imbraccia un'arma.
Ci sarà un terzo film,
indubbiamente, dopo la Furia e Clash of the Titans.
Il cinema è anche
questo: puro divertimento, esperienza talvolta fine a se stessa,
godimento surreale delle acrobazie dell'immagine.
Commenti
La tecnologia è sempre adatta ai tempi che corrono. E' un miglioramento visivo, ma ciò non vuol dire che cose passate siano ormai da buttare. Anzi, ho sempre pensato che gli effetti speciali più vecchi siano stati davvero complessi per il loro tempo, visto che erano più difficili da realizzare rispetto a oggi e, soprattutto, erano frutto di un lavoro a mano!