Frankenstein Junior - di Angela Leucci, da Il Blog della Gazzella
Ecco il terzo post della collaborazione con Angela Leucci e il suo spazio, il Blog della Gazzella. Ovviamente, sul suo blog potete trovare il mio post a proposito del film Fankenstein Junior, di Mel Brooks.
Frankenstein Junior (Mel Brooks, USA,
1975)
Quando penso a
Frankenstein Junior penso a due cose. La prima inerisce al concetto
di tormentone. In realtà, tormentone è un termine musicale, poi
divenuto calcistico, ma rende bene l'idea di cosa questa pellicola
incarni nell'immaginario collettivo. Frankenstein Junior è tutto un
«Si può fare» ma anche un «Lupu ululà là, castellu ululì» e
un «Quale gobba?». Se io pronunciassi una di queste frasi in un
qualunque contesto, tutti capirebbero di cosa parlo. Non è solo una
questione di notorietà del film, anche se in fondo questa aiuta.
L'altra cosa a cui penso
è una semplice associazione di idee, una linea che unisce
Frankenstein Junior a Gene Wilder. Che di pellicole ne ha girate
tante, alcune anche molto caratterizzanti come Willy Wonka e la
Fabbrica di Cioccolato oppure Non Guardarmi Non Ti Sento, ma c'è
qualcosa nel giovane Frankenstein, qualcosa di irripetibile in quel
ruolo, quel bianco e nero in cui non si percepiscono le sfumature di
grigio, ma il technicolor di una risata.
La storia: siamo a New
York negli anni '30 e un medico e professore universitario, Frederick
Frankenstein cerca di negare la sua imbarazzante discendenza,
reputando suo nonno un ciarlatano un po' fuori di testa per aver
ricreato la vita in una creatura. Ma il suo destino lo rincorre e per
ragioni testamentarie, il dottore dovrà andare in Transilvania,
finendo per ripercorrere le gesta di suo nonno e ricreare la vita a
sua volta.
Sul suo cammino finisce
per incocciare in numerosi personaggi, gli assistenti Aigor e Inga,
la terrorizzante e infoiata Frau Blucher, la fidanzata fastidiosa
Elizabeth e naturalmente la creatura che lui creerà con un enorme
Schwanzstuck. Su tutti spicca un magistrale Marty Feldman, capace di
suscitare una risata con la sua sola presenza in scena. Parte della
sua recitazione è ostentata, ma non è un limite, piuttosto un
valore aggiunto, quello che rende questa pellicola davvero
indimenticabile.
Angela
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