The Sessions - Gli Incontri
Anno: 2012 - Nazionalità: USA - Genere: Commedia/Drammatico - Regia: Ben Lewin
Mark ci guarda coi suoi
occhi aperti, curiosi, ingenui quasi come quelli dei bambini, eppure
estremamente profondi, in grado di comunicare e di produrre un senso
mai banale. Mark è poliomielitico, può muovere solo il collo e
passa la sua vita tra la lettiga e il polmone
d'acciaio che lo aiuta a respirare. Non può toccarsi né può
toccare, ma vorrebbe avere una donna da amare, sia mentalmente che
fisicamente. Mark è giornalista e poeta e grazie alle parole
sa toccare le persone nei punti giusti.
Cheryl è una terapista
sessuale. È madre e moglie e si sta convertendo all'ebraismo per far
felice il marito. Il suo mestiere è molto inusuale. È una sorta di
psicoterapeuta, solo che le sue terapie sfociano nel sesso vero e
proprio. Un sesso molto logico e scientifico che ha per scopo, però,
la liberazione del paziente da tutte le paure e le regole che ingabbiano il suo corpo.
Mark è molto cattolico: deve per forza credere in Dio,
perché almeno ha qualcuno con chi prendersela per il suo stato –
un dio con un grande senso dell'umorismo. Mark ha per amico padre
Brendan, il prete che tutti vorremmo trovare sotto casa: quello che
ascolta e che suggerisce di fare sesso, anche fuori del matrimonio,
se è ciò che può aiutare il fedele. Padre Brendan fuma, fa jogging
e beve birra col suo amico Mark. Un prete estremamente umano –
tutti dicono “Oddio!” quando fanno sesso, sia che credano, sia
che siano atei.
The Sessions sono gli
incontri tra Mark e Cheryl, durante i quali Mark impara a liberare il
suo corpo: a fare sesso, sì, ma a farlo soprattutto a partire dalla testa, dalla poesia che scaturisce dalla mente, dall'immaginazione,
dalle parole. Solo in questo modo, il suo corpo apparentemente
diverso diventa “normale”, pieno, vivo. Mark insegna che nessun
corpo è davvero diverso, normale o diversamente abile; ogni corpo è
quel che è, con le sue caratteristiche e le sue possibilità.
Caratteristiche e possibilità che, unite ad una mente adeguata ed
eccellente, in grado di vedere e immaginare, possono attrarre anche
una donna speciale e "normale" come Susan, che non crede in nulla, ma solo
nella vita e nel suo fascino.
The Sessions è un film
molto toccante, ma anche ironico e divertente. Si ride e si piange
come nella vita, senza mai eccedere né con le lacrime né con le
risate. Le battute argute e divertenti sono sempre molto profonde e
ben bilanciate dalle riflessioni e dalle poesie di Mark. La
fotografia non ha vezzi, non indulge in particolari scelte formali,
anzi, opta per una resa del reale a volte molto cruda, indagando
corpi, volti ed espressioni sin nel dettaglio anche scabro. Ma lo fa
sempre in maniera molto delicata ed elegante, misurata; così come la
misura si raggiunge nei momenti più lirici del film, quelli in cui
la realtà sembra cedere il posto alla bellezza e agli orgasmi della
mente.
John Hawkes modifica e
deforma il proprio corpo al servizio di un personaggio che buca lo
schermo, nonostante sia immobile per tutto il film. La forza del
collo, degli occhi e della bocca sa essere incisiva come poche
altre cose, forse anche più delle scene di sesso o del corpo in
mostra di Helen Hunt.
Il film narra una storia
vera e prende spunto dall'articolo che Mark O'Brien, nel 1988,
scrisse sul rapporto tra disabilità e sesso, On Seeing a Sex
Surrogate. La testimonianza di Mark non diventa tanto un modo per
parlare di disabilità, sani, normali o malati, ma la
descrizione di un essere umano che supera i propri limiti. E superare i propri limiti non è qualcosa che dovrebbero fare solo i disabili o
gli ammalati, ma anche chi non è apparentemente colpito da nessun
handicap fisico. Per questo, The Sessions diventa un film in grado di
essere universale e di parlare a tutti.
Il film esce il 21
febbraio.
Nomination come Miglior Attrice Non Protagonista per Helen Hunt agli Oscar 2013.
Su Taxi Drivers la mia recensione di The Sessions - altri pensieri che il film ha suscitato.
Commenti
Simpatico però padre Brendan, una fortuna potersi confrontare con lui.... certo io devo essere irrimediabilmente atea :-)
Inoltre mi hai fatto venire in mente un libro letto qualche tempo fa: "Lo scafandro e la farfalla". E' la storia vera di un giornalista che dopo un ictus si trova affetto affetto dalla locked-in syndrome: non può più muovere nessuna parte del suo corpo tranne la palpebra dell'occhio sinistro.
E' una lettura in un certo senso illuminante.
Se ti può interessare ne ho parlato qui:
http://colorarelavita.blogspot.it/2009/10/lo-scafandro-e-la-farfalla-jean.html