RocknRolla e The Italian Job
Titolo: The Italian Job - Anno: 2003 - Nazionalità: USA - Regia: F. Gary Gray
Titolo: RocknRolla - Anno: 2008 - Nazionalità: Regno Unito - Regia: Guy Ritchie
Due film pieni di richiami e in alcuni casi simili: tra i due, divari incolmabili.
Chi è un RocknRolla? Un
RocknRolla non è solo sesso, soldi, droga e rock'n'roll. Un
RocknRolla è quello che vuole tutto.
Ma cos'è “tutto”?
Trama
The Italian Job è la
storia di una rapina e di una vendetta. Steve Frazelli (Edward
Norton) partecipa ad una rapina in quel di Venezia assieme alla sua
banda – Charlie, Lyle, Rob e John Bridger – ma dopo poche ore la tradisce, uccide il vecchio John e ruba ai compagni tutti i lingotti
d'oro presi in laguna. Charlie, Lyle e Rob decidono di vendicarsi e
di riprendersi i lingotti e per questo ingaggiano Stella Bridger,
figlia del defunto John e maga nello scassinare casseforti.
RocknRolla è la storia
di illeciti appalti immobiliari, di tangenti, di due rapine da sette
milioni di sterline e della scomparsa di un'opera d'arte pregiata. Il
tutto nella modernissima Londra, dove si contendono potere e soldi il
vecchio Lenny, magnati russi e Il mucchio selvaggio (essenzialmente
composto da Mr One Two, Mumbles e Bob il Bello). In mezzo, una maga
dei numeri, Stella, la commercialista che muove e ruba milioni e
milioni di sterline. Di lato, ma in realtà protagonista assoluto, Johnny
Quid, figliastro di Lenny, odiato dal padre, rockstar data per morta,
assuefatto ad ogni tipo di droga e amante delle opere d'arte.
Chi è il cattivo?
In The italian job, a
rigor di logica, sono tutti truffatori: ma, mentre Steve uccide,
Charlie, Lyle e Rob operano senza spargimenti di sangue. Quindi, anche se tutti
sono rapinatori, Steve è quello che dal pubblico viene percepito
come realmente cattivo. The Italian Job si costruisce come il più classico dei
film americani: in un mondo di cattivi c'è sempre quello più
cattivo che lo spettatore deve odiare e il truffatore buono che fa
bene a rubare. Meglio ancora se di mezzo c'è una
vendetta, se un padre/rapinatore è stato ucciso poco dopo aver dato
la sua sentenza sulla vita: scegli qualcuno con cui vuoi stare e non
lasciarlo scappare.
In RocknRolla chi è il
cattivo? Be', tutti. Ma sarebbe riduttivo parlare di cattivi, meglio
dire gangsta navigati, criminali surreali, amanti delle spacconate
esagerate, di quelle che, anche se ciniche e cattivissime, si fanno
amare dal pubblico. Qui, lo spettatore non si trova diviso tra bene e
male: può scegliere il criminale con cui identificarsi. Vuoi essere
l'impeccabile e spietato Archie (Mark Strong)? La rockstar maledetta,
Johnny Quid? O il criminale un po' perditempo, che scorda di rubare
le chiavi della macchina durante una rapina (Mr One Two, cioè Gerard
Butler)? L'imbarazzo della scelta è un espediente tipico della
serialità, ma anche dei videogiochi – in particolare, il legame
più stretto è quello con No More Heroes.
Se The Italian Job è il
più classico dei film, RocknRolla è il più anomalo dei film,
poiché mutua spunti dalla musica, dalla tv, dal fumetto, dalle
logiche videoludiche.
Stella e Stella Bridger
Thandie Newton è Stella,
l'artista della finanza, è quella che vive e lavora di numeri. Fa la
contabile al magnate russo che vuole acquistare terreni londinesi da
edificare, ma allo stesso tempo lo truffa, rubandogli milioni di sterline di tangenti. Anche Stella Bridger (Charlize Theron) è
una maga dei numeri: i numeri, però, stavolta, sono quelli delle
casseforti, sono i conti che la donna fa per trovare la giusta combinazione.
Una mora, l'altra bionda, la prima di madre africana, la seconda
sudafricana. Il risultato di Stella e di Stella Bridger è lo stesso:
l'obiettivo sono i milioni. La prima Stella, però, lo fa per il puro
gusto di prendere e di arricchirsi, cinica, longilinea femme fatale,
algida anche nel sesso. Stella Bridger stavolta ruba per vendicare il
padre defunto, nella speranza di una riconciliazione post-mortem. Bel
sentimento padre figlia in pieno american style che, in Rocknrolla,
viene trasferito in maniera antitetica su Lenny e Johnny Quid: Lenny
odia il figliastro, Johnny odia il patrigno e gli ruba il quadro sia
perché ama l'arte, sia per mettere nei guai il vecchio.
Handsom Bob e Handsom Rob
Handsom Rob è Jason
Statham, l'autista, il tombeur de femme che ama i motori e che sui suoi
motori vuol far sciogliere le donne. Handsom Rob non sbaglia un
colpo, tutte cadono ai suoi piedi. Handsom Bob è Tom Hardy (prima
dei chili di Bronson e di Bane): Handsom Bob, apparentemente, riesce
a mettere in orizzontale qualsiasi donna voglia. Ma in una surreale
scena, confessa a Mr One Two di essere gay e di volerlo. Qual è lo
scopo di RocknRolla? Quello di deviare continuamente lo spettatore,
di sbalzarlo da una parte e dall'altra, di fargli credere una cosa e
poi il suo contrario. The Italian Job ti guida, RocknRolla è un
delirio psicotropo.
Russi contro ucraini
I mafiosi ucraini di
Italian Job sono vendicativi, ma non uccidono – neppure loro! Al
cattivo Steve sarà solo inflitta una punizione (neppure troppo
crudele), nessuna tortura, nessuna morte dolorosa. I russi di
Rocknrolla, be', sono degli autentici rocknrolla. Spietati, assassini
praticamente immortali, una volta che riescono ad avere Mr One Two
tra le mani lo legano al letto e gli fanno assaggiare strane
pratiche... E ritorniamo al discorso iniziale: i cattivi dalla parte
dei buoni sono buoni, i veri cattivi non possono che diventare ancora
più cattivi, quasi demoniaci. E anche se la realtà di RocknRolla è
adulterata dal parossismo (degli stupefacenti, della regia), sembra molto più reale della rapina
indolore e senza sangue di The Italian Job.
Il finale
Buono e buonista quello
di Italian Job, un nuovo inizio rocknrolla per Rocknrolla. Johnny
Quid trionfa. Dopo la sua danza all'inferno, tra deliri, omicidi e
allucinazioni fatte di crack, una volta disintossicato e ripulito è
pronto per intraprendere una strada fatta di realtà marcia nascosta
da bellezza sensuale.
La classicità di Italian
Job è ovunque: dalla sequenza iniziale che, in nuce, contiene la
risoluzione del problema nella scena finale, all'happy ending
abbastanza scontato. RocknRolla riflette un'autorialità più
europea, rintracciabile nella sceneggiatura intricata, nella
contaminazione con altri media, nell'insistenza sulle immagini e la
loro forma, nella ricerca di un fine e di un senso ultimo in tutto il
film, seppure di genere. E allora: qual è la reale differenza tra
The Italian Job e RocknRolla?
La sigaretta
Handsom Rob è in
macchina, bloccato nel traffico di Los Angeles e fuma una sigaretta.
In alto, un cartello antitabagista gli dice che, in quella sola
giornata, otto persone sono decedute a causa del fumo. Rob sbuffa, gli rovinano la giornata, gli rovinano la goduria, ma
obbedisce e getta la sigaretta. Davanti a lui, un uomo blocca la fila
perché sta ripassando la parte per un provino.
Johnny Quid, nella scena
più profonda e poetica di RocknRolla, usa un pacchetto di sigarette
per parlare della vita – e dell'arte. “La bellezza è un
melodioso canto di morte” dice. Perché la vita lo è, bella e
spietata, e anche l'arte, bella, ma carica di significati nascosti,
significati che poi finiscono sempre per parlarti dell'unico motivo
per cui si fa arte: per sdrammatizzare e controllare la
morte. Se alcune scene prima Johnny Quid aveva ammazzato un
buttafuori a colpi di matita e di Rock & Roll Queen dei Subways, ora
parla disincantato e malinconico mentre suona il pianoforte.
Ed è qui che ci troviamo
di fronte al vero RocknRolla: quello che fa della vita un'opera
d'arte e che legge la vita solo con gli occhi dell'arte. Nessun
buonismo, nessuna mezza misura. Solo l'aspra percezione dell'illusione disillusa. È questa la realtà dolce/amara tutta da
vivere, con i suoi deliri e le sue contraddizioni, con l'happy ending
non sempre happy e quasi mai davvero end. Il quadro nasconde la realtà, quel quadro rubato che, nel film, mai si vede.
RocknRolla: esempio di come una semplice trama standardizzata alla The Italian Job possa diventare opera d'arte. RocknRolla affronta la vita tramite l'opera, The Italian Job la consuma fino a un attimo prima di farsi male, poi la getta dal finestrino.
Vi lascio ai tre minuti di intenso monologo di Johnny Quid.
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