Chi erano i Jolly Rockers?
La storia della musica ha
una parte buona e intramontabile, quella del blues, del
jazz e del rock and roll, costellazione lucente di nomi mitici,
incarnazione di tecnica e libertà espressiva. Personaggi al limite
tra l'epicità e la sporca realtà fatta d'alcol e sigarette in
locali nebbiosi hanno dato vita a stagioni musicali vive, in grado di
affondare le radici non solo nel mercato, ma anche nella cultura,
nella storia, nella società e nei costumi.
C'è anche un'altra parte
della storia della musica che è quella delle mode passeggere, del
kitsch, del mercato puro e semplice, dello strumento senza suono: non
musica come incontro di tecnica e libertà espressiva, ma mera ingegneria musicale - due suoni che, insieme, fanno scattare qualche
molla nell'inconsapevole psiche umana, piacendo o forse spingendo
solo a fenomeni di massa: tutti a cantare le stesse canzoni, a vestirsi
nello stesso modo, a idolatrare gruppi che il decennio dopo non
esisteranno più.
Lillo e Greg, con
l'insuperabile supporto di Max Paiella e di una band incredibilmente poliedrica, stavolta
fanno una teatrostoria della musica, seguendo le sorti di una immaginaria band
nata in Tennessee negli anni Cinquanta, i Jolly Rockers. La band non
riesce a sfondare, nonostante i suoi membri sudino per provare e
suonare: per questo stringono un patto con un demone apprendista che
dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) portarli al successo. Ma il
demone, appunto, è solo un apprendista: passeranno decenni e i Jolly
Rockers non riusciranno a far nulla col loro sudato rock and roll.
Per avere successo, saranno costretti a piegarsi alle mode, a musiche
non loro, a suoni vuoti e tranquillamente superabili.
Secondo il contratto col
demone, i Jolly Rockers rimarranno in vita fino a che non
giungerà il successo: una volta ottenuto, il gruppo si ritroverà all'inferno. Quale posto migliore per una band, visto che la buona
musica, quella degli assolo di chitarra, dei contrabbassi rombanti, delle
improvvisazioni al pianoforte è la musica del diavolo?
Divertentissima commedia
musicale, Chi erano i Jolly Rockers? ha, come al solito, il sagace
stravolgimento di significati e significanti tipico della scrittura
di Gregori e dell'interpretazione del duo comico più raffinato
d'Italia. Greg, Paiella e la band, sorretti da
una grande tecnica musicale, sorreggono a loro volta l'intero
spettacolo: a loro spetta comporre pezzi che abbiano richiami a
sonorità specifiche, a tecniche precise, a epoche precise (complice anche la riproposizione comica delle mode dei vari decenni). Lillo ha un compito altrettanto arduo: a lui spetta portare sul
palco le movenze, divenute ormai tipiche e immancabili, veri segni
distintivi, di quei musicisti che, oltre a inventare la musica, hanno
inventato anche nuovi modi di ballarla, passi oggi accettati, ma un
tempo espressioni quasi da baccanale.
La musica, per Gregori,
Petrolo, Paiella e la band, non si limita all'esecuzione perfetta di
un pezzo, ma diventa spettacolo a tutto tondo, canto, ballo,
recitazione, presa in giro e riflessione sulla musica stessa. Ogni
canzone racconta una storia, con la voce, gli strumenti e il corpo,
regalando momenti di pieno coinvolgimento come in pochi concerti oggi
è possibile vedere.
Da sottolineare l'interessante e ormai onnipresente commistione tra teatro e audiovisivo degli spettacoli di Lillo e Greg: teatro, cinema, disegno e musica si fanno fluidi e si compenetrano per realizzare uno spettacolo non limitato ad una sola forma d'arte.
Certo, la riflessione
rimane amara: occorre per forza morire per ascoltare buona musica?
La musica vera è quella infernale? E con ciò, tra le risate, aleggia l'aspetto maledetto della grande musica e dei grandi
musicisti. Non tutti sono finiti tragicamente o scomparsi
prematuramente: tuttavia, l'aspetto "maledetto" della musica evidenzia un fatto incontrovertibile: solo quegli strumenti animati - in
senso stretto!- da passioni profonde al limite del folle possono
comunicare qualcosa e rimanere imperituri - quelli senza filtri, senza
obblighi, né regole. Perché, non c'è ombra di dubbio, la vera
musica è quella che ha sempre saputo rompere le regole.
Commenti
Emerge tutta la tua competenza e la tua formidabile capacità di imprigionare il lettore in una piacevolissima e completa ragnatela intessuta, lo ripeto, con inusuali capacità.
All'inizio ti leggevo con l'impressione di ascoltare un Carlo Lucarelli (adoro i Dee Giallo) una delle sue straordinarie narrazioni, ma poi tu sei andata oltre..bravissima!
Sono stata spinta solo da due passioni: la buona musica e Lillo e Greg, due comici che seguo ovunque, tanto sono bravi, specie a teatro.
Buona giornata!
A presto e buon week-end!