Donne nell'arte: Leonora Carrington
È il 1944 e sul numero 4
della rivista VVV, in inglese, Leonora Carrington dà l'atroce
testimonianza del baratro fisico e psichico in cui era caduta solo
poco tempo prima: “Esattamente tre anni fa, ero internata nella
clinica del dottor Morales, a Santander (Spagna) e giudicata pazza
incurabile dal dottor Pardo, di Madrid, e dal console inglese.”
È questo l'incipit di En
Bas, l'opera più dura che Leonora Carrington abbia scritto. Nata a
Lancaster nel 1917 da un famiglia molto ricca, abbraccia la pittura surrealista. Si trasferisce giovanissima in Francia e qui tre fatti la fanno precipitare nel nulla: l'occupazione nazista, l'amore sconvolgente per Max Ernst e la depressione oscura causata
dall'arresto di lui.
Leonora ha poco più di
vent'anni, dipinge, scrive e non si adegua alla società, al pensiero
e alla psiche borghesi. È stato in primo luogo il senso comune a
giudicarla pazza: di famiglia borghese, non adottava comportamenti
propriamente borghesi. Vederla saltellare sugli scogli a piedi nudi,
mentre le altre ragazze cercavano marito, faceva sorgere facili dubbi
sulla sua sanità mentale.
Ma, soprattutto, le sue
mani erano sempre sporche di colori. A poco a poco forgia la sua
arte: dipinti surrealisti di una follia lucida, paradossalmente
razionale. Leonora si diverte a sovvertire i segni, a vedere il Vero
solo nello Strano e nel Meraviglioso e a sospettare del normale,
dello scialbo, del quotidiano. Per questo scrive un racconto, La
debuttante, in cui Leonora immagina fervidamente di spedire al ballo
non se stessa, ma una sua sostituta: una iena. E dipinge un quadro,
un Autoritratto: Leonora è scapigliata, in pantaloni, e sta
stringendo un accordo con una iena nella sua stanza. Una stanza vuota
in cui potenti linee di forza uniscono un puledro bianco, un cavallo
a dondolo, la iena e la stessa Leonora. Il cavallo a dondolo può essere l'infanzia, l'equilibrio precario tra
l'essere istintivi e dover fare ciò che la società richiede. Il
cavallo a dondolo procede in due direzioni: verso il puledro bianco,
la follia libera, e verso la iena, spietata divoratrice di cameriere,
ciò che la donna diverrà col suo ingresso in società.
Tre gatti |
Leonora scompone il mondo, ma scompone anche il suo corpo. Imprescindibile per comprendere la sua vita sono En Bas e le descrizioni crude e impietose che l'artista fa della sua condizione fisica in manicomio: legata al letto di contenzione, sporca dei suoi escrementi, si divincola preda degli spasmi e di quella medicina che tanto segnerà il suo fisico, il Cardiazol. Leonora è attenta a ciò che il Cardiazol le produce: surrealisticamente seziona il suo corpo, quasi fosse un happening in cui si costruisce il fatto artistico. E l'analisi di ogni vena, di ogni palpito, di ogni spasmo, diventa un modo per andare oltre il corpo, per raggiungere la psiche tanto decantata dai Surrealisti. Nei deliri, nell'epilessia, nelle convulsioni e nelle smorfie, Leonora sa che sta perdendo il contatto con il fuori. È dallo stato di follia razionale che trae spunto per la sua arte magica: quella delle allucinazioni, dei flou, dei contorni perduti, delle forme che si dissolvono e diventano qualcos'altro. Un mondo chiaramente onirico e sospeso: ma molto più straniante perché la sospensione e l'evanescenza di colori, forme e linee è dentro la realtà. Non oltre, non fuori, ma dentro: e ci si sente perduti di fronte ai suoi quadri, perché lo Strano e il Meraviglioso sono il rovescio scalpitante delle nostre vite così normali da essere inquietanti.
Leonora ha una grandissima capacità di ripresa. Nel giro di pochi anni guarisce. Gira il mondo. Lavora per il teatro, per il cinema, scrive racconti carichi di humor nero, dipinge al fianco di grandi artisti. Ancora molto giovane, si trasferisce in Messico: qui vivrà una lunghissima vita, che troverà compimento il 26 maggio del 2011.
Commenti
Ciao!
Complimenti Veronica per la ricchezza del tuo blog.
Leonora Carrington per me è un vero e proprio mito.
A presto e buona serata!
E questa donna ha vissuto una vita davvero particolare.
Ti ringrazio per averne condivisa la storia.
Ciao Veronica,
Lara
Leonora Carrington ha avuto il coraggio di trasformare se stessa in creatività. Dalla distruzione la costruzione. Nulla di più bello. Anche se temo di non averle tributato comunque i giusti onori.
Buona giornata.
sono troppo pigra e incostante per tenere un blog...mi sono iscritta a Blogger perché mesi fa, imbattendomi in quello di Anthea, me ne sono letteralmente "innamorata" e volevo poter commentare. Poi col tempo ne sto scoprendo altri stupendi come il tuo e ogni tanto mi piace dire la mia sui post che mi interessano. Grazie per l'accoglienza.
Mi fa davvero piacere che tu sia arrivata qui cercando qualcosa per la tua tesi.
Per Leonora Carrington ti consiglio di partire dai suoi scritti. "Giù in fondo" e "Il cornetto acustico" sono fondamentali e sugli store online, come Ibs o Amazon, si trovano facilmente. Poi, credo che dovresti leggere qualche scritto di Breton, recuperare le raccolte di racconti della Carrington e, soprattutto, cercare testi in inglese e francese: magari nelle banche dati digitali universitarie puoi trovare qualche saggio, anche recentissimo, da leggere gratuitamente. Sei hai bisogno di altro sono qui!
Grazie ancora per essere passata di qua. A presto!
Grazie della tua risposta, e se x caso ti dovesse venire in mente qualche saggio interessante..
A presto :)