Zucca!
Nel post precedente avevo concluso la mia manfrina su Dogman chiosando con un altisonante “l’arte ti salva sempre”.
Ma, tornando con i piedi molto per terra, direi anche: una zucca ti salva sempre.
Questa è la prima zucca della stagione. E ho grandi progetti per lei.
Un risotto, un ciambellone, dei panini, dei semplici quadrotti fritti in olio d’oliva assieme alla salvia, il sostituto della cipolla, del pomodoro o dei peperoni nei miei hamburger gourmet (hamburger pumpkin version): tanti sono i modi per declinare questo frutto della terra particolarissimo, dolce e delicato, che in maniera tanto ossimorica viene associato a Halloween e ad atmosfere horror.
Secondo me, invece, la zucca, che sia piena o vuota, dà intrinsecamente il senso della casa e della famiglia - e di questo si ha bisogno in settembre e ottobre più che in altri mesi. Questo è il periodo dei nuovi inizi: molto più di gennaio. Spesso ci si sente traballanti, soprattutto se ogni anno si cambia scuola e posto in cui lavorare. Si deve ripristinare la routine. E la routine, da sempre, è data dalla tavola. La presenza della zucca, con il suo arancione, rende più accogliente anche l’approssimarsi dell’autunno che, in fondo, è un periodo caldo, fatto di colori bruciati e di tramonti infuocati. La zucca è un po’ come il panettone a Natale: messa al centro della tavola o nella fruttiera come decorazione, riempita di una candela che fa da faro nella notte, con la sua ciclicità aiuta a fare il punto della situazione e ad afferrare i giusti ancoraggi alla propria casa, alla propria famiglia, in periodi magari un po’ carichi di cose.
E allora: che zucca sia!
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