Benvenuto, autunno
Benvenuto, autunno.
Di foglie arancioni, zucche piene, dolci, croccanti,
Di castagne che sfrigolano, d’oro marrone,
Di vino novello e piogge intense
Di tramonti caldi sul calar del freddo, di ottobrate familiari e immense.
È questa la stagione a me più lontana e più vicina.
Per me, l’ultimo periodo di gestazione, quello che mi ha condotto alla nascita, alla vita, a vedere la luce. È come se ogni anno provassi l’inquietudine del cambiamento e il calore di trovarmi a casa. La paura di dover attraversare un tunnel oscuro e misterioso e la gioia dell’abbraccio protettivo della mamma.
La mia casa è la casa più adatta all’autunno, un piccolo rifugio sugli alberi, in un posto in cui il freddo è freddo e la pioggia è acquazzone violento. È il posto ideale in cui stare al calduccio con le coperte già al trenta settembre.
È il mio primo autunno da madre. Un autunno in cui ripeto ogni volta il mio nascere di svariati decenni fa: e stavolta mi dico che voglio nascere e rinascere per davvero, senza lasciare che il mondo si prenda la mia vita, ma permettendo che l’autunno che per me è da sempre casa, sia stavolta - davvero - casa.
Immagine: Silvestro Lega, Il pergolato, 1868
Commenti
canta Guccini.
Condivido e apprezzo la dolce bellezza autunnale. Un caro saluto.