Usagi Drop
Daikichi ha trent'anni, è
scapolo e sta facendo una folgorante
carriera all'interno della ditta per cui lavora. Fa tardi tutte le sere seduto
alla sua scrivania e, quando esce, va a bere con i colleghi.
Un giorno, Daikichi deve tornare nella
sua città natale
per il funerale del nonno, del quale, da anni, l'intera famiglia ignora vicissitudini e abitudini. E, una volta riunitisi tutti i parenti per la
celebrazione funebre, la scoperta è
scioccante: il
nonno ha una bimba di sei anni, avuta dalla sua giovane badante e abbandonata dalla
madre per motivi misteriosi. La piccola Rin-chan è ormai sola. È
timida, non parla e nessuno sa che
farne. Daikichi, invece, ne rimane folgorato. Rin, che tecnicamente è
sua zia, ha qualcosa che Daikichi
ancora non riesce a decifrare. Quando tutti decidono di affidare Rin ai servizi
sociali, Daikichi fa la mossa più azzardata
della sua vita: decide di occuparsi della bambina.
Inizia un viaggio, tenero,
delicatissimo, della durata di undici puntate, che è
un indubbio percorso di crescita: non per Rin,
come si potrebbe credere. Ma per Daikichi. Il ragazzo si fa uomo e si scopre
pieno di sentimento paterno anche se biologicamente padre non è. Quello di Daikichi è
un viaggio alla scoperta delle piccole
cose della vita, quelle bellissime e che danno un significato tutto speciale
all'esistenza. Non sono né le
dodici ore di lavoro al giorno, né l'effimero
drink tracannato coi colleghi a dare senso all'esistenza. A dare senso
all'esistenza è Rin
che bagna il letto; è la
colazione fatta assieme; è pettinarle i capelli e farle i codini; è il
primo dentino che cade, il primo giorno di scuola, il primo tifone vissuto
insieme. È l'albero
piantato in ricordo di ogni bell'evento. È sacrificarsi.
È non
uscire più la
sera, è preferire
una condizione lavorativa peggiore pur di stare con il proprio bambino.
Usagi Drop ci pone di fronte a
stralci di vita vissuta. Non accade nulla di strettamente narrativo o
cinematografico. Ma in realtà accade
di tutto. A segnare il ritmo sono le piccole scoperte che i bimbi, in tutta
purezza e ingenuità,
fanno ogni giorno. E, soprattutto, le scoperte che fanno gli adulti seguendo i
propri bambini: avere un figlio, in fondo, significa non solo maturare, ma
anche rinascere, avere la possibilità di
vivere una seconda vita. Certo, con le difficoltà del caso. Perché
Usagi Drop non è
buonista - affatto - e ci mette di
fronte alle situazioni familiari più complicate.
C'è la
mamma divorziata e abbandonata dal marito che teme di prendere la febbre e
essere licenziata; c'è il
papà che
ha cambiato lavoro, rinunciando a quello per cui era tarato, pur di stare con
la figlia. Poi c'è la
mamma solo biologica che mamma proprio non si sente e rinuncia alla figlia per
la carriera. E c'è il
papà solo
nominale che per dare affetto ad un figlio non proprio sacrifica tutto della
sua vita.
Ecco, Usagi Drop ci parla con una
schiettezza sconcertante e con una semplicità tanto disarmante quanto complessa:
dissolve il concetto di famiglia tradizionale e preferisce puntare, invece, sul
concetto di affetto familiare: quest'ultimo può
nascere anche in situazioni parentali
"anomale" tra persone che non hanno alcun legame di sangue. Per questo, la
puntata più bella
e indicativa dell'intera serie è proprio
quella del tifone. Quando Daikichi e Rin fanno rifugiare nella propria casetta
di legno mamma Yukari e suo figlio Kouki. Una serata passata a cucinare, lavare i piatti e fare compiti, mentre fuori
la pioggia e il vento battono sulla casa, ma senza scalfirla: dentro, una nuova
famiglia sta prendendo forma, una famiglia in cui ognuno si occupa dell'altro
senza forzature genetiche, sociali o burocratiche. Due bambini si fanno amare
da due adulti soli e pieni di problemi, ma che nei figli vedono la possibilità
di infinito e di guardare il mondo con occhi nuovi.
Commenti
Ti consiglio di leggere solo i primi quattro volumi del manga, cioè quelli dell'infanzia, poiché quelli dell'adolescenza, oltre ad avere una trama da teen drama, ha pure un finale di pessimo gusto!
E già che ci siamo ti consiglio anche il film, un gioiellino che purtroppo non uscirà mai al di fuori del Giappone.
Ti do il benvenuto da queste parti.
Sto già leggendo il manga, ha un tratto semplicissimo ma è delizioso. Non sono ancora arrivata alla parte sull'adolescenza, ma mi incuriosiva... Sono tentata di seguire il tuo consiglio ma ora che mi dici che la seconda parte del manga non è granché sono ancora più curiosa di vedere come è XD. Recupererò di sicuro il film ;)!
Grazie e a presto!