Spike Lee gira il remake di Oldboy
È ufficiale.
Nel 2013 uscirà Oldboy
di Spike Lee, remake di quel cult immortale di Park Chan-wook.
A circa dieci anni di
distanza dall'enorme successo del film coreano, Spike Lee ne prende
la sceneggiatura, la adatta al contesto statunitense e lo gira.
Josh Brolin e Elizabeth
Olsen sono i protagonisti, lui interpreta il corrispettivo di Oh
Dae-su, reso
grande
dalla mastodontica interpretazione di Choi Min-sik; lei dovrebbe
essere la Mi-do del film coreano. Compare anche Samuel L. Jackson, ma
non è chiaro quale sarà il suo ruolo.
Difficile
dire se questo remake sia davvero necessario. In primo luogo, perché
è passato troppo poco tempo dall'uscita dell'originale. I trentenni
di oggi (e non solo), registi, scrittori, critici o semplicemente cinefili vedono in Oldboy un cult generazionale, qualcosa che non può né deve essere intaccato perché, in fondo, è un capolavoro e, come tale, è eterno e transgenerazionale. Avremo sempre negli occhi la meravigliosa visione della fotografia
di Park Chan-wook, la sua regia impeccabile e il suo montaggio
drammatico, in grado di costruire emozioni e storia senza tralasciare
nulla al caso. In testa abbiamo ancora quella storia maledetta, quel
continuo scambio di ruoli tra la vittima e il carnefice, quel mondo
metacinematografico, fatto di foto, pellicole, ipnosi, specchi e finestre.
Negli occhi, abbiamo ancora il toccante e sconvolgente sorriso finale
di Oh Dae-su, ferita dal lirismo impareggiabile. In altre parole: un
film perfetto. Un film perfetto che però era anche il tassello di
una trilogia, in cui attori e battute rimbalzavano da un capitolo
all'altro.
Il
mondo del cinema è giustamente pieno di remake. Col remake, le
sceneggiature vengono adattate all'epoca corrente. Tuttavia, è pur
vero che è difficile trovare adattamenti di capolavori. Ci sono
alcuni cult intoccabili. Giustamente intoccabili. Perché rifare certi film potrebbe essere deleterio per il lavoro che ne
seguirà. Di solito, le produzioni americane girano remake di film
europei o asiatici che si sono poco imposti sul mercato mondiale,
remake che hanno spesso anche valenza di assimilazione
socio-culturale. Ma in questo caso è diverso: Park Chan-wook è un
autore conosciutissimo e amatissimo e Oldboy ha avuto una diffusione capillare, tanto che è stato distribuito
anche nei piccoli cinema italiani di provincia.
Le
domande lecite sono: Spike Lee riuscirà a reggere il confronto col
gigante coreano? Josh Brolin reggerà il confronto con Choi Min-sik?
Spike Lee è di sicuro un autore affermato e riconosciuto, molto
lontano, però, da quell'inconfondibile sensibilità (artistica e formale) di cui è portatore Park
Chan-wook. Spike Lee ci ha abituati a sceneggiature (fin troppo)
corpose e a lunghissimi metraggi che – per il mio personale parere
e per il mio personale gusto – sono interessanti (a volte) più per
il messaggio che mandano che per la forma.
Non
nascondo che questo remake mi lascia profondamente scettica.
Un'operazione di cui non vedo l'utilità, ma che bisogna osservare attentamente.
Commenti
Il remake sarà proprio altra cosa: un'altra cultura, un'altra recitazione, un'altra atmosfera. Sicuramente non cancellerà il fascino dell'originale, anche se mi associo al dubbio sulla sua utilità. Ma chissà, bisogna solo attendere di vederlo.
Intanto cerco l'originale, che mi intriga tantissimo!
Quando sarò un po' meno fragile proverò con Take Shelter, promesso....