Roma Fiction Fest. Misfits, Doctor Who e BBC Fandom Panel
Al Roma Fiction Fest 2012 è stata dedicata un'intera giornata alla BBC. Interessantissimo il Fandom Panel – Coinvolgere e intrattenere l'audience oltre la messa in onda.
Interessante perché si è
parlato di applicazioni mobili, Youtube e Social Media. E non se ne è
parlato in generale: ci si è sempre riferiti a due serie tv
britanniche che la sottoscritta ama, Misfits e Doctor
Who.
Doctor Who nasce nel 1963
e ancora oggi gode di buona salute. È un esperimento narrativo
geniale, che dovrebbe interessare tutti coloro che amano scrivere
storie. In cinquant'anni, il volto del Dottore è cambiato ben undici
volte. L'espediente è insito nella sceneggiatura. Di tanto in tanto,
il Signore del Tempo deve rigenerarsi. Rigenerandosi, cambia aspetto.
In questo modo, si rende naturale l'abbandono di un attore e
l'ingaggio di uno nuovo, senza che questo avvenga in maniera troppo
dolorosa per i fan. E la cosa ha funzionato, dato che ancora oggi
parliamo del Dottore e del Tardis e ci godiamo una delle serie tv
sci-fi più lunghe della storia, una delle poche davvero
transgenerazionali. Certo, poi ogni spettatore ha le sue preferenze.
A mio parere le coppie Christopher Eccleston/Billie Piper (lui
Dottore, lei Rose, l'aiutante) e David Tennant/Billie Piper sono
state le più incisive. Eccleston e Tennant sono due attori
grandissimi e Billie Piper sembrava il miglior volto per
rappresentare l'aiutante un po' ingenua, passionale e intelligente al
punto e nei momenti giusti. In questo momento il Dottore è
interpretato da Matt Smith, volto di sicuro per un target un po'
diverso, un po' più giovane, ma comunque formidabile.
Misfits è una serie
neonata. Un po' comedy, un po' horror, un po' sci-fi, è
irriverente, scorretta, esilarante, coinvolgente. In questo momento è
in programma la quarta stagione e, dopo le prime due, ha avuto un
calo non indifferente. Probabilmente, il calo è dovuto all'abbandono
di Robert Sheehan, cioè il grandioso Nathan. Ma nella terza stagione
il ritmo delle puntate è meno sostenuto e la logica della storia è
un pochino più debole (ma ne consiglio vivamente la visione!).
Misfits sa comunque il fatto suo e le prime due stagioni sono tra le
cose più belle e innovative che si siano viste in tv negli ultimi
anni. Un fulmine colpisce cinque disadattati alle prese con i servizi
sociali: cosa che permetterà loro di sviluppare dei strampalatissimi
superpoteri. I ragazzi non utilizzeranno i loro poteri per salvare il mondo,
ma per risolvere le loro beghe da bassifondi inglesi. La quarta
stagione prevede un quasi totale cambio del cast. E il pubblico che
farà?
Nel corso della
conferenza, i rappresentanti della BBC hanno messo molta carne al
fuoco. Si è partiti dal presupposto che, terminata una stagione
della serie tv, bisogna dare ai fan qualcosa per cui continuare a
parlare: i social network, le applicazioni per iOS e Android, forum,
contest e tutto ciò che può servire a mantenere in vita la serie. Alla
produzione, invece, tali espedienti servono a mantenere vivo il
contatto con i fan e a tenerli incollati fino alla stagione
successiva. Attraverso i
social network, almeno in parte, la produzione delle serie tv diviene
partecipativa. I fan propongono o si lamentano. Montano trailer e
puntate in maniera diversa per dar vita a nuove soluzioni della storia. In questo modo, la serie tv diventa transmediale. Misfits è una serie tv, è un gruppo su Facebook, è una produzione
di webisodes (pensiamo a Vegas Baby); Doctor Who è una serie tv, è
un film per la tv, è gruppi, forum, Twitter, applicazioni, action
figures.
Tuttavia, almeno a mio parere, la prima, fondamentale e imprescindibile condizione perché una serie tv possa vivere fuori dello schermo è la sua qualità, nella regia, nella sceneggiatura, nel montaggio, nella recitazione. Doctor Who è sopravvissuta in tempi in cui Internet non esisteva o non era alla portata di tutti. Eppure oggi è qua, perché è la produzione ad essere di elevatissima qualità. Misfits rischia di morire. Alla fine della seconda stagione, i fan si sono lamentati sui social network per l'uscita di Nathan dalla serie. Molti non reputano il suo sostituto all'altezza, pur essendo un personaggio molto interessante. Se nella quarta stagione non saranno più presenti né Kelly, né Simon, né Alicha, che ne sarà di Misfits? L'unica cosa che si può fare, come ha detto ieri l'Executive Producer di Misfits Online, è creare novità esaltanti. Ovviamente, la cosa è molto difficile in una serie tv, che, allungandosi, rischia di non essere più molto coerente. È successo a molte produzioni. Certo, il grande elemento che viene messo in gioco in questi casi è l'attaccamento del pubblico ad un personaggio o ad una storia. La serie tv finisce per essere il compromesso tra il sentimento del fan, la creatività dello scrittore e i problemi che insorgono durante la produzione (come può essere l'abbandono di un attore, ma anche la decisione dello sceneggiatore di estrometterlo dalla serie per motivi narrativi). Però, è normale, con le serie tv difficilmente si accetta il compromesso. Affezionarsi ad un personaggio che poi può svanire o cambiare mette a rischio l'intera serie.
Tuttavia, almeno a mio parere, la prima, fondamentale e imprescindibile condizione perché una serie tv possa vivere fuori dello schermo è la sua qualità, nella regia, nella sceneggiatura, nel montaggio, nella recitazione. Doctor Who è sopravvissuta in tempi in cui Internet non esisteva o non era alla portata di tutti. Eppure oggi è qua, perché è la produzione ad essere di elevatissima qualità. Misfits rischia di morire. Alla fine della seconda stagione, i fan si sono lamentati sui social network per l'uscita di Nathan dalla serie. Molti non reputano il suo sostituto all'altezza, pur essendo un personaggio molto interessante. Se nella quarta stagione non saranno più presenti né Kelly, né Simon, né Alicha, che ne sarà di Misfits? L'unica cosa che si può fare, come ha detto ieri l'Executive Producer di Misfits Online, è creare novità esaltanti. Ovviamente, la cosa è molto difficile in una serie tv, che, allungandosi, rischia di non essere più molto coerente. È successo a molte produzioni. Certo, il grande elemento che viene messo in gioco in questi casi è l'attaccamento del pubblico ad un personaggio o ad una storia. La serie tv finisce per essere il compromesso tra il sentimento del fan, la creatività dello scrittore e i problemi che insorgono durante la produzione (come può essere l'abbandono di un attore, ma anche la decisione dello sceneggiatore di estrometterlo dalla serie per motivi narrativi). Però, è normale, con le serie tv difficilmente si accetta il compromesso. Affezionarsi ad un personaggio che poi può svanire o cambiare mette a rischio l'intera serie.
In questo caso, come possono aiutare i social network? L'Editor di Doctor Who Online ha detto che, in casi così estremi, i social network servono proprio a far sfogare il pubblico e a permettergli di lamentarsi. In questo modo, la produzione ha subito sotto gli occhi i giudizi e gli indici di gradimento del pubblico su un programma. Eppure, credo che il problema fondamentale sia uno: i social network possono mantenere vivo il discorso, non l'affezione alla serie. Non è detto che il "Mi piace" sulla pagina Facebook corrisponda ad un reale spettatore davanti alla tv. La serie può smettere di piacere e lo spettatore può continuare a parlarne. L'esempio più eclatante sono i video rimontati su YouTube (o le fan fiction): espressione della creatività dello spettatore e del suo sogno più profondo sulla continuazione della storia.
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