14 maggio 1943-14 maggio 2023

14 maggio 1943, ore 15,13.

Civitavecchia, “la bella città d’incanto”, un po’ borgo medievale, un po’ gioiello barocco, un po’ meta liberty delle serate estive romane, piccola e immensa di fronte al mare, viene rasa al suolo da un bombardamento alleato. 

Al porto è attraccata una nave militare tedesca. 

Le sirene non suonano. I civitavecchiesi vengono improvvisamente sconquassati dal boato della prima bomba che cade. Nessuno raggiunge i rifugi. 

Si sgretolano pezzi di storia e di vita. 


Quasi 900 persone cancellate dal bombardamento, di cui conservo sempre i racconti dei miei nonni.


Oggi, al posto della seconda strada, la via in cui abitava mio nonno, rimane solo un rudere del bombardamento con un’istallazione artistica.





Qualche metro più in là, Leandro, il nostro fondatore, che salvò i primi abitanti dall’assalto saraceno, ci guarda colorato e bonario. Da lassù vede l’infinito del nostro mare, che ci bagna, ci aggredisce, ci culla e ci ammalia, terribile e maestoso. 

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