Io
Le maestre insegnano a dire a una bimba che ancora parla poco la parola “Io”. Così, alla domanda “chi vuole la mela? Chi sa questa cosa?” lei può alzare la mano e dire “Io!”
Forse l’importanza di un tale insegnamento nemmeno andrebbe spiegata. E forse è inspiegabile proprio perché fa parte del nostro dispiegarsi come esseri umani.
Nasciamo protesi della donna che ci ha dato alla luce e da lei dipendiamo per molto tempo; camminiamo su quattro “zampe”, poi ci alziamo su due gambe e camminiamo da soli. Come ogni animale. Ma la parola, gli animali, non ce l’hanno. E, abituati a vivere in branco, soprattutto non conoscono quell’unica parola che ci definisce per quello che siamo, unici, irripetibili, qui, ora, in azione, in sentimento, in emozioni: IO.
È l’animale che si fa uomo e donna, la natura che si fa cultura e arte. Che cos’è l’arte se non l’essere umano che afferma se stesso nel caos e che riesce a definire il caos? Ecco. Io è un’opera d’arte. L’essere umano, io, tu, noi tre, quella bimba siamo tutti opere d’arte.
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