Innocenza
Cosa leggo negli occhi degli adolescenti è una nebbia densa e indefinibile. Ostentano una malizia che non hanno, cercano di nascondere giù in fondo l’innocenza che li fa essere ancora tanto, troppo bambini. Fingono di sapere tutto del mondo e della vita, ma non sanno nulla: che sia proprio questo gap a rappresentare la perdita dell’innocenza?
The innocent can never last cantano i Green Day.
L’innocenza non può durare.
È vero.
C’è sempre qualcosa che incrina il mondo ingenuo e fatato dei bambini.
Eppure quell’ingenuità permane.
È una sorta di sottofondo.
Una tenerezza.
Una dolcezza che hanno anche i più duri (forse solo i più duri).
Una richiesta d’aiuto.
E tu sei quasi lì che vorresti dirgli andrà tutto bene e che però non lo fai, perché devono crescere e maturare e bla bla bla.
Forse non gli dici nulla, non li aiuti o li aiuti fingendo di non aiutarli perché sai che è proprio questo affrontare con difficoltà tutto che manterrà quel briciolo di innocenza in grado di uscire fuori al momento opportuno.
Nessuno cancella totalmente l’innocenza da sé, quel saper essere bambino curioso, vivace e ingenuo, che ride per un nonnulla e salta con i riccioli al vento. Quel tappeto morbido in cui perdersi ogni tanto, un po’ come il prato del Castello errante di Howl, è l’ultimo appiglio in ogni giornata di noi esseri umani.
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