I giorni della Merla
I giorni della merla sono sempre sotto osservazione. Saranno gelidi? Saremo fuori dell’inverno? La primavera arriverà tardi o prima del previsto? Anche le leggende che si susseguono e accavallano sono molteplici, eppure tutte con lo stesso senso: sopravvivere all’inverno, trovare un modo per ripararsi e proteggersi. Gennaio a tutti sembra un mese infinito e uscirne fuori è salutato con applausi e giubilo.
Io, personalmente, resisto poco al caldo dell’estate. L’estate ti espone e poco puoi contro certe temperature. Per me gennaio non è mai stato infinito, ma solo un mese di attesa e adrenalina, tra Natale e i giorni della Merla.
Proprio nel bel mezzo dei giorni della merla di qualche anno fa, c’è stato un matrimonio. Faceva freddo, ma anche caldo. C’erano le nuvole e anche il sole. L’aria era nebbiosa di camini e poi, all’imbrunire, limpida come un diamante.
Se penso ai giorni della merla e al loro centro, oggi, penso subito a La pie di Monet. È un dipinto che qui ricorre spesso. Perché è un po’ simbolo di cosa è per me casa e famiglia: l’inverno.
Fuori la neve, un paesaggio insidioso eppure morbido. Una gazza che non sente freddo e osserva la casetta apparentemente silenziosa, forse perché non desidera altro che entrarvi. Dentro un fuoco che arde, un po’ come quello del Castello di Howl: il fuoco al centro della stanza è il cuore che batte, un fuoco che va alimentato, scaldato, rimpolpato, protetto, amato.
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