Crescere piccoli
Non so se sia utile fare un riassunto dell’anno che si sta concludendo. Sicuramente uno dei più bizzarri mai visti.
Non farò un riassunto collettivo - quello che è stato per tutti già si sa - ma dirò cosa questo duemilaventi è stato per me.
Tanti cambiamenti, di sicuro. Traguardi. Maggiore riflessione e consapevolezza su ciò che mi piace e non mi piace.
Ma forse la cosa che meglio riassume tutto e riassume non tutto l’anno ma tutti gli anni fino ad ora è una frase, che ha pronunciato la mia peste in modo de tutto (forse?) sgrammaticato, ma estremamente efficace.
Mamma voglio crescere piccola.
Sappiamo perfettamente cosa intendesse; a volte dice che se cresce “troppo grande” pesa e non riesco a tenerla in braccio.
Ma la metafora che ne esce fuori è tutto ciò che penso e che inconsapevolmente vivo da sempre.
Crescere e rimanere piccoli, crescere mantenendo con convinzione il proprio status di bambini: ecco quello che sono e che mi auguro di essere sempre. Anche quando devo aprire il registro e interrogare una pletora di adolescenti che non sento per niente lontani da me; anche quando devo risolvere il guasto dell’automobile; anche quando la mamma sono inequivocabilmente io.
Oggi più che mai sento di essere cresciuta piccola, con tutti i pro e i contro della cosa. Se rimani troppo piccolo e ingenuo, troppo puro, il mondo potrebbe mangiarti: ma, in fondo, come vivono le cose “i piccoli”, come riescono a vederle e assaporarle... be’: i grandi “grandi” non possono nemmeno immaginarlo.
Mi e ci auguro di crescere piccoli, ancora e sempre.
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