Il vero amore

 


Quando ero più giovane, immaginavo l'amore come qualcosa di totalizzante ed estremo, un sentimento unificante, la fusione delle due parti che più non distinguono dove inizia uno e finisce l'altro.

Con la maturità - se di maturità si può parlare - ho capito che le due righe sopra sono solo passione e che il vero amore è tutt'altro. 

Il vero amore è una lucina fragile e sensibile. La coltivi in un'ampolla di vetro, stai attento che non si spegna, ne mantieni la luminosità con tutte le cure possibili e immaginabili, affinché quella lucina possa rischiarare gli angoli della vita nei momenti più bui. Ma è anche luce nella luce, quel qualcosa che dà luminosità a una giornata già luminosa - e che quasi dai per scontata: se non ci fosse, però, sarebbe tutto più nuvoloso.

Il vero amore è un letto non rifatto perfettamente, una tazzina sporca di caffè nel lavandino della cucina, è condividere il sonno o la fame ed è anche e soprattutto il silenzio: condividere il silenzio, stare in silenzio insieme, senza sentirsi soli, senza avvertire alcun vuoto, ma paradossalmente la presenza dell'altro - l'unica cosa che, nel vero amore, ci permette di essere veri e presenti, assoluti ed esistenti, uno e due nello stesso momento.

Commenti

Maria D'Asaro ha detto…
Che delicatezza, che spessore esistenziale, che sapienza comunicativa ... Grazie.
Veronica ha detto…
Grazie a te, Maria