I sogni segreti di Walter Mitty
Titolo originale: The secret life of Walter Mitty - Anno: 2013 - Nazionalità: USA - Genere: Commedia/Sentimentale - Regia: Ben Stiller
La vita è un percorso tortuoso, difficile da interpretare. Dobbiamo essere avventurosi o rintanarci nel nostro nido? Nessuno ha la risposta giusta. Ma, molto probabilmente, la vita è un mix perfetto di entrambi i comportamenti. Vedere il mondo e fare cose pericolose è ciò a cui tutti ambiscono, per apparire belli agli altri o semplicemente per dire di aver vissuto davvero. Ma pochi sanno guardare bene oltre i muri. E meno ancora hanno la sensibilità per ritrovarsi, avvicinarsi e sentirsi. La vita è questo: un viaggio intorno al mondo che riconduce a noi; la consapevolezza che solo dentro di noi e nella persona che amiamo possiamo trovare tutte le risposte alla nostra esistenza.
To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls. Draw closer, to find each other and to feel. That is the purpose of life
È questo il motto che campeggia all'ingresso degli uffici di Life, il magazine per cui lavora come archivista fotografico Walter Mitty (Ben Stiller). Walter ha una vita reale apparentemente insignificante: ma la sua vita segreta è piena di sorprese. Walter, infatti, ogni tanto si incanta a immaginare ciò che potrebbe fare, ciò che potrebbe essere e il mondo mirabolante che potrebbe plasmare. E nelle sue fantasie è sempre il supereroe della sua vita. Ma ora Walter ha un problema reale. Life sta per diventare completamente digitale: sì, perderà la produzione cartacea e, con essa, perderà anche risorse umane, cioè persone. La Life digitale perderà un po' di carne e sudore, un po' di parole dette e non solo scritte per e-mail e un po' di sentimenti. L'ultimo numero cartaceo dovrà essere celebrato con una copertina particolare: il negativo 25 inviato dal fotografo Sean O'Connell (Sean Penn). Ma del negativo 25, in redazione, non vi è traccia. Così, il pacato, timido e chiuso in se stesso Walter Mitty sarà costretto a prendere uno zaino da viaggio e ad attraversare il mondo per ritrovare il negativo. Non può più permettersi di sognare, deve agire.
Inizia un viaggio per lande desolate e
bellissime, attraverso mari, monti, ghiacci, pianure, vulcani e rocce. Un
viaggio che è attorno
al mondo ma che è soprattutto
dentro il mondo, il mondo interiore di Walter.
Ben Stiller stupisce per la maestria
con cui ha calibrato tutti gli elementi del film. Non solo lo ha diretto, ma si
è diretto
in quanto protagonista della storia. Ha saputo alternare bene i momenti reali
con quelli fantastici, utilizzando due registri diversi ma in qualche modo
complementari, riuscendo a confondere le acque e a inserire in maniera indolore
i momenti sognanti in quelli reali; si è fermato
ad un passo dal kitsch nel momento in cui i sogni di Walter diventavano oltremodo surreali ed esagerati e ha saputo - soprattutto - controllare la sua
recitazione. Conosciamo Stiller come attore comico, ma qui la commedia lascia
spazio alla malinconia e il buon Ben si fa spesso attore drammatico, sorprendentemente consapevole di
ogni gesto e di ogni singola espressione.
Gli effetti speciali abbondano, è
vero: ma Stiller preferisce puntare su
altro e cioè sull'effetto
"speciale" e realistico della Natura: le ampie panoramiche su
territori sterminati, tra la Groenlandia, l'Islanda e l'Himalaya, sono le vere
sorprese visive del film, accompagnate da una scelta musicale degna di nota,
lirica ed emozionante (su tutti i pezzi scelti spicca il gruppo islandese degli
of Monsters and Men).
I cinque minuti dedicati a
Sean Penn sono i più toccanti
del film: Penn buca lo schermo e ci regala una lezione sulle non-foto e su certe scelte che noi, in un periodo di troppe immagini, non dovremmo mai dimenticare.
Ad un breve racconto del 1939, Stiller
aggiunge notevoli elementi della modernità:
la crisi economica e la digitalizzazione del lavoro; i social network che,
chiaramente, non sono la vita, sono solo un suo pallido se non falso riflesso,
un mettersi in vetrina per piacere agli altri fuggendo da se stessi; e la
digitalizzazione del cinema. La perdita di contatto con la pellicola. La storia
del cinema. Stiller fa continui omaggi ai grandi nomi del passato e si diletta
a giocare con citazioni da pellicole del presente. Insomma: quello di Ben
Stiller è un
essere qui e oggi con moderazione, abbracciando le novità
con la giusta misura, metabolizzandole
a poco a poco senza mai dimenticare ciò che
il breve e recentissimo passato della storia del cinema e delle comunicazioni
ci ha insegnato.
Un film grandioso e di ampio respiro
che ci dice che, in fondo, tutto quello che cerchiamo di pericoloso e
avventuroso nella vita ce lo abbiamo in tasca. Come quando andiamo al cinema:
ci sediamo in sala e viviamo per due ore un'avventura altrui che, però, svela sempre qualcosa di noi stessi.
E la cosa più grande
che possiamo fare è proprio
affrontare noi stessi. Sfidarci. Conoscerci, anche e soprattutto attraverso
l'altro. È questo
il viaggio più difficile
per l'animo umano.
Commenti
Mi è piaciuto tantissimo! Il viaggio di Walter è appassionante, mi sembrava di essere lì con lui, e tutti i personaggi erano azzeccatissimi... e Sean Penn, poi!! Indescrivibile!