Scrivere e leggere
Con un ditino piccolo piccolo segue le lettere maiuscole, grandi, un po’ storte, e le sillaba. Ogni sillaba è un pensiero, una presa d’aria, un’emissione di voce, un punto fermo al pensiero.
SA… RA… A… MA… SE… I… RO… SE… RO… SA…
Un momento unico, irripetibile, inimitabile, quasi una sorta di seconda nascita: quello in cui ci si appropria delle lettere.
Il passaggio dalla preistoria alla storia, dall’uomo che è quasi un animale all’uomo che è consapevole di sé, è segnato proprio dall’invenzione della scrittura. La scrittura, una tecnologia, diventa lo spartiacque necessario tra l’incoscienza e la coscienza, l’irrazionalità e la razionalità, la bestia e l’essere umano vero e proprio.
Le parole ti fanno scrivere e pronunciare il tuo nome con consapevolezza. Quel nome è unico, è solo il tuo. Le parole ti fanno scrivere e pronunciare gli oggetti, che sono qualcosa di reale e tangibile, ma anche un suono comunicabile, che da quell’oggetto si stacca e che di quell’oggetto può dire tante altre cose: può essere poesia, etimologia, una grande metafora.
Imparare a leggere e scrivere è complesso, lo sto vedendo con i miei occhi, quelli di una che ha acquisito la lettura e la scrittura, la sente nel sangue, la sente come un’estensione dei propri organi e che ha dimenticato la fatica dell’assimilarla. Scrivere e leggere viene naturale come respirare.
Imparare a leggere e a scrivere è complesso, per questo quando si è acquisita la tecnica si ha un tesoro nel proprio cervello. Si ha la capacità di afferrare e comprendere il mondo. Di leggerlo. Di rimanerne anche incantanti. Di studiarlo. Di allontanarlo e avvicinarlo. Imparare a leggere e a scrivere è la nascita dell’essere umano, della donna e dell’uomo, che si staccano da quel miscuglio di esperienze che si vivono prima di saperle discernere con le parole.
Importante è nascere una seconda volta, ma ancora più importante è non smettere mai di esser bambini e bambine. Perché le parole sono importanti, ma lo è di più come le si usano. Anche per questo occorre tecnica. E technè, in lingua greca, significa arte. Possedere le parole e possederle nel modo giusto è l’arte visiva e metafisica più potente dell’essere umano.
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